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Ciao Walter. Sono cresciuto (anche) con te. E credo che domenica sarò a Lecco a salutarti. |
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TAG: bonatti, k2 |
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Così mi vede il web. Ora devo capire perché se lo lancio due volte di fila dia risultati così differenti. E, soprattutto, perché mai nel primo caso religion abbia lo stesso peso di professional, books e sports.
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TAG: personas |
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Io, comunque, ho strappato al volo gli ultimi due disponibili e il 6 luglio sono in primo anello. Mi spiace per voi (a meno che non siate in posizione più favorevole, nel qual caso vi odio).
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TAG: roger waters, the wall, pink floyd |
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Scopro per caso in un piccolo ed isolato autogrill che Jacopo Fo, figlio del celebre premio Nobel per la letteratura, già noto ai più per la sua battaglia in favore del biodiesel derivato dall'olio di colza (in merito al quale può valer la pena leggersi qualcosina qui), è a sua volta uno scrittore piuttosto prolifico.
Se il talento e la lucidità analitica sono all'altezza del padre, direi che c'è da fiondarsi immediatamente alla cassa.
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Wittgenstein oggi. E sottoscrivo in toto, dalla prima all'ultima parola:
[...] Ci sono ottime scuole private in cui ottimi insegnanti educano ottimi studenti che ne escono ottime persone. Cosa di cui essere lieti, nei casi in cui avviene: ma non da celebrare come grande conquista della scuola privata, che conosce anche casi di mediocri scuole con mediocri insegnanti che insegnano a mediocri studenti, o che li rendono tali. È insomma, per la comunità, un’impresa privata che offre un’alternativa a un servizio delicato e importante, che è tenuta a soddisfare.
Poi c’è la scuola pubblica, che offre lo stesso servizio a partire da un’idea di responsabilità pubblica di un paese nei confronti dell’educazione e della crescita dei propri cittadini. Non a partire da un’idea di supplenza a favore di coloro che non si possano permettere educazioni più costose. La differenza è rilevantissima. La scuola, per l’Italia e per la sua Costituzione è un impegno, un progetto e una necessità sociale: esaurienti e soddisfacenti. Lo sono stati per molto tempo, non è un’utopia irrealizzabile.
Nei casi in cui non lo siano, questo è molto grave e lo si deve affrontare rendendoli esaurienti e soddisfacenti con le iniziative e gli investimenti necessari [...]
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TAG: scuola, governo, italia |
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Allora. Ho visto Buried e confermo, parola per parola, quel che ne scrisse tempo fa Matteo Bordone: "La retorica di un regista indipendente catalano che spiega le contraddizioni della guerra in Iraq tramite le telefonate di un tizio sepolto vivo con aguzzino, direttore del personale, moglie, agente dei servizi segreti è ben oltre la soglia di sopportazione di gente che non frequenta da tempo le assemblee di istituto."
In sintesi: per me, Buried, è una cagata pazzesca (nel senso, appunto, non puoi fare un film di un'ora e mezza con uno sepolto vivo dentro ad una cassa per poi rifilare allo spettatore il bubbone politico e sociologico della guerra in Iraq. Non c'è venuto per quello a vederlo, il tuo film).
Mi son mangiato focaccia genovese e salame e già dopo venti minuti speravo che gli si scaricasse il telefonino, tirasse le cuoia e la finissimo lì, ché avevo altro da fare. E considerate che son claustrofobo da ricovero, io.
Poi (anzi, prima) ho visto 127 ore, di Danny Boyle, che è quello di Trainspotting e The millionaire per intenderci e che, a differenza di Buried, è basato su un fatto realmente accaduto. Di nuovo, c'è uno che per un'ora e mezza di film è bloccato in fondo ad un canyon stretto un metro, da solo, con un coltellino, una borraccia, un po' di corda, una videocamera ed un solo braccio libero di muoversi, essendo l'altro rimasto schiacciato sotto ad un masso enorme.
Sulla carta i due film si assomigliano molto. Entrambi non suonano particolarmente terapuetici per gente che soffre di claustrofobia come me, in entrambi c'è un tizio, uno solo e sempre lui, che per tutta la durata del film è bloccato in uno spazio chiuso e stretto, senza alcuna probabilità di essere rintracciato ed aiutato, e son cazzi suoi.
Solo che il secondo dei due è tutta un'altra storia. Scopro ora per caso che è candidato ad otto premi oscar.
Se vi piace Danny Boyle non mancatelo. Se non vi piace siete un po' strani. Comunque portatevi del Plasil, ché può far comodo.
Io, comunque, la prossima volta che vado in montagna da solo mi porto il tracciatore satellitare e spammo i mille contatti della mia rubrica con le coordinate di ogni mio spostamento. |
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TAG: buried, 127 ore, danny boyle |
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Emporio Daverio fa schizzare le visite di Orizzontintorno, nemmeno avessi parlato di gnocca e molto più di quanto faccia prendersela con Berlusconi.
Pensa, alle volte.
Va da sé che scrivo questo solo per consolidare il trend.
[A proposito, oggi ho visto la puntata su Aosta e ho seriamente pensato di chiudere il mio Progetto 110, o perlomeno di cancellare il mio post. Daverio, portami con te /reloaded.] |
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TAG: emporio daverio, aosta |
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L'ho evocato l'altro giorno ed eccolo lì: Philippe Daverio, nel corso del suo programma Emporio Daverio in onda su Rai5, mi serve sul piatto uno speciale su Biella, il biellese, i lanifici del biellese, lo shopping negli outlet del biellese, la campagna del biellese, le montagne del biellese, i ristoranti del biellese (imperdibile la cena di Daverio & soci all'Osteria dell'Oca Bianca di Cavaglià), i castelli del biellese, le cascine del biellese e i pastori del biellese. Non mancano naturalmente una lunga panoramica sul Piazzo e su Palazzo La Marmora (che io ho fotografato dall'esterno, ma nel quale non sono potuto entrare), ed una gita al santuario di Oropa.
Verifico con soddisfazione che le riprese del cameraman sono a tratti identiche alle mie foto, persino nelle luci e nei particolari, dalla luna piena dietro allo stesso campanile del Piazzo alla foschia del tramonto sulle colline attorno a Biella, inquadrate esattamente come nei miei scatti.
Emporio Daverio, che ormai è una delle mie trasmissioni preferite in assoluto, è di fatto una versione professionale e bellissima del Progetto 110. Da collezionare.
E dunque la preghiera scatta automatica: Philippe, per favore, portami con te e rivoluziona la mia esistenza quotidiana. |
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TAG: biella, philippe daverio, emporio daverio, rai5 |
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