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...che non è l'argomento trattato fra queste
pagine, ma è la soglia di visitatori unici
al mese che Orizzontintorno ha sfondato. Quattromila, appunto:
che, supponendo stabile la media (in realtà è
in crescita, lieve, ma sempre costante), fanno quasi cinquantamila
naviganti all'anno che transitano da queste parti. Ecco
qui, nell'introduzione del resoconto degli accessi al sito
che ho scaricato ieri:
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Considerato che il periodo in esame va dal 24 dicembre al
23 gennaio, dunque con tutte le festività nel mezzo,
secondo me è un risultato importante. Anzi, fa un
po' girare la testa.
Suppongo che una buona parte di quei Visitors si
soffermino su queste pagine e in effetti, più avanti
nel resoconto, le statistiche confermano che il Giornale
di Bordo è il secondo punto di ingresso ad Orizzontintorno,
subito alle spalle della pagina principale.
Credo che avere qualche migliaio di lettori al mese sia
un successo per un sito amatoriale come questo che, tutto
sommato, non ha nemmeno un obiettivo chiarissimo, perlomeno
a noi due che ne siamo gli autori. Credo anche che avere
uno pseudoblog, letto da quelle stesse migliaia di visitatori
(fossero anche centinaia - certamente non lo leggono quel
21%, come minimo, di stranieri che transitano da queste
parti) non sia solo un successo, ma uno stimolo a cercare
il coinvolgimento continuo dei propri lettori. Che poi siete
voi.
Coinvolgimento: non necessariamente approvazione, ma interesse.
Peraltro, se ciò che scriviamo - scrivo, perlomeno:
Emanuela, di questi tempi, è totalmente assorbita
in altro - possa a volte turbare qualcuno, io non
so. Certo è che nessuno fino ad ora mi ha contattato
per insultarmi, nemmeno quando si è parlato di Baldoni,
di Beslan,
del maremoto,
tanto per dire.
Non che in generale scriva molta gente, a dire il vero.
I lettori di Orizzontintorno sono da sempre un popolo piuttosto
silenzioso, con poche eccezioni. Anche per questo ho sempre
dato la precedenza ad altri aggiornamenti al sito, invece
di risolvere definitivamente la questione dei vostri commenti
su queste pagine.
Quello che volevo dirvi, comunque, è: grazie. Uno
sta qui fino all'una di notte, spesso fino alle due, e poi
magari deve pure alzarsi alle cinque a dare il latte a Leonardo,
e di nuovo alle sette per andare in ufficio. Sì,
lo puoi fare per un mese. Ma la verità è che
vai avanti un anno e mezzo perché, piano piano, ti
accorgi della presenza dei tuoi lettori silenziosi e dei
visitatori che, mentre stai buttando dentro le immagini
del nostro ultimo viaggio, navigano fra queste pagine alla
ricerca, anche, di "sexy shop a Chiasso",
o "sei un pirla", o "riparare il
radiatore di una Fiat 500".
Certo, a quei due che sono atterrati su Orizzontintorno
cercando "mi scoppia la vescica", l'unica
cosa che posso francamente rispondere è "occupato".
A quanto pare, sembra comunque un problema molto gettonato.
Grazie davvero. Siete tanti e, all'improvviso, non so che
scrivere. Però, un ringraziamento particolare va
a coloro che quaggiù chiamiamo lo zoccolo duro,
i nostri irriducibili. Ad occhio, siete una trentina e passate
da qui quasi ogni giorno, metodicamente, addirittura più
o meno sempre alla stessa ora. Ciascuno di voi ha la propria.
Qualcuno lo abbiamo conosciuto strada facendo, con altri
abbiamo scambiato un paio di e-mail: comunque, vi contiamo
sulle dita di una mano. Gli altri irriducibili fanno invece
parte della maggioranza silenziosa, pur essendo sempre presenti.
Ne cito uno, perché - giuro - è quello che
mi incuriosisce di più: ci visita ogni giorno dalla
Federazione Italiana Giuoco Calcio. Ma c'è anche
l'amico misterioso dello studio legale Dewey Ballantine
(verremo citati in giudizio??), quello che invece si collega
dall'Enel. E che dire, poi, di colui che ci segue regolarmente
da Shangai, o dell'altro che ci legge da una (credo) facoltà
di architettura olandese... fra l'altro, ormai, arrivate
da quasi 100 Paesi! L'ultima new entry è proprio
di questo mese, dallo Sri Lanka (*).
Insomma, ci tengo a farvi sapere che, quattromila visitatori
mensili a parte, quello che considero davvero un successo
è sapere che qualche decina di persone si ostina
ad entrare quotidianamente qua dentro per leggere ciò
che scriviamo. Ritrovarvi ogni giorno è una conferma.
Perché, la considerazione non è mai troppo
ovvia: se tutte quelle quattromila persone che passano di
qua cercassero "videoclip hard" (ce ne sono, ce
ne sono...), significherebbe semplicemente che Orizzontintorno
è parecchio indicizzato sui motori di ricerca e non
necessariamente in modo significativo. E vorrebbe anche
dire che, ogni mese, quattromila persone transitano di qua
per pochi secondi solamente per scoprire che abbiamo fatto
perder loro del tempo.
Ma se invece ce ne sono trenta che tornano, allora vuol
dire che, almeno a loro, questo lavoro piace. Se do retta
a quel frammento di statistica là sopra, negli ultimi
trentuno giorni siete tornati, almeno una volta, in 901.
Non credo che vi siate tutti ostinati a cercar qua dentro
se "autovelox al buio funziona". Comunque,
nel caso, la risposta è sì. Credetemi.
(*) Come sempre, alcune statistiche
e curiosità le trovate qui.
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E' il mio risultato.
Emanuela ha fatto meglio: 1.071 Km. E dire che le abbiamo
visitate praticamente tutte. Sta di fatto che non è
un caso che le nostre strade si siano incrociate: entrambi
non capiamo un tubo di Irlanda e di Belgio, ma abbiamo fatto
centro quasi perfetto con Kiev e Belgrado. E scusate se
è poco. Ci fosse stata Chisinau...
Ah: ne faccio quaranta, oggi. Auguri. Per la cronaca, a
letto con una bella bronchite. Sapete com'è, scade
la garanzia. |
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Perché la questione vi sembrerà anche futile,
ma dietro a lui ci sono altre 80
persone alle quali andrebbe spiegato. E poi, diciamolo:
io sono un vero amante della geografia (nel caso qualcuno
avesse ancora qualche dubbio in proposito...), ma qui della
geografia non sappiamo che farcene: alpinisticamente parlando,
sono d'accordo con quegli 81.
*****
From Mino Paladini to Carlo Paschetto
14 gennaio 2005, 14:51
[...] Per quanto riguarda l'Elbrus, va detto che i confini
convenzionali dell'Europa si attestano alla depressione dei
fiumi Manych e Kuma, come si vede in questa
cartina dell'Enciclopedia Britannica. Le montagne
del Caucaso (Elbrus compreso) sono al di sotto di questo confine
convenzionale, per cui si trovano in Asia. Vero è che
su Internet, ma non nelle enciclopedie e dizionari cartacei,
imperversa la moda di considerare l'Elbrus come monte più
alto d'Europa, ma è semplicemente errato [...]
*****
From Carlo Paschetto to Mino
Paladini
14 gennaio 2005, 16:01
[...] La questione non si pone. Per entrare nel Seven
Summit club bisogna salire l'Elbrus: il Monte Bianco
non viene considerato dalla comunità internazionale.
Ciò a differenza, ad esempio, del dibattito su quale
sia la vetta più alta dell'Oceania, ovvero se si debba
considerare la Piramide Carstenz ad Irian Jaya, od il Kosciusko
in Australia, disputa tutt'ora aperta (a mio avviso, inutilmente)
e che dà luogo a due classifiche differenti del Seven
Summit Challenge [...]
*****
From Mino Paladini to Carlo Paschetto
14 gennaio 2005, 18:02
[...] La ringrazio per la risposta, resta però il fatto
che almeno formalmente, e finché i geografi di professione
non si decidano a ridefinire i confini dell'Europa fisica,
i bei "5000" del Caucaso restano purtroppo in Asia.
A giudicare però da Internet siamo sulla strada buona
per una "annessione" di fatto. Rimangono da cambiare
dizionari ed enciclopedie geografiche cartacee che si ostinano
a ripeterci che il monte più alto dell'Europa propriamente
detta è il Monte Bianco.
Non si tratterebbe, fra l'altro, soltanto di declassare il
Monte Bianco, ma anche di ricalcolare l'estensione in chilometri
quadrati di Europa ed Asia, che attualmente si basano sui
confini convenzionali ufficiali.
Chissà poi se gli asiatici sarebbero d'accordo nel
regalarci la Ciscaucasia [...]
*****
From Carlo Paschetto to Mino
Paladini
14 gennaio 2005, 18:15
[...] Il tema è interessante. Da un punto di vista
politico, se consideriamo la richiesta di annessione della
Turchia all'Unione Europea, e se pensiamo che gran parte dei
Governi transcaucasici farebbero carte false per entrare in
Europa - per non dire che si considerano europei a tutti gli
effetti - il Caucaso apparterrebbe di fatto al nostro continente.
Comunque la questione Elbrus ha origini precedenti l'avvento
della Rete. Gran parte del mondo alpinistico internazionale
ha sempre riconosciuto l'Elbrus quale montagna più
alta d'Europa: non che a me faccia piacere, considerato che
questo mi complicherebbe logisticamente la vita nell'ipotesi
di volermi cimentare con le Seven Summit.
Ora, lei mi cita l'Enciclopedia Britannica e devo dire che
mi soprende: ho sempre pensato che la questione del Monte
Bianco fosse solo un retaggio del Ventennio tramandato nei
nostri libri di geografia. Comunque, abbiamo da una parte
la geografia ufficiale, dall'altra il pensiero comune. Direi
che il problema è quasi filosofico. Se tutti sostengono
che il confine passa sotto (tanto più che si tratta
di un confine fittizio), vale la ragione popolare, o quella
dei geografi? [...]
*****
From Mino Paladini to Carlo Paschetto
14 gennaio 2005, 18:02
[...] In effetti, se forse non è formalmente
corretto dire che l'Elbrus sia il monte più alto d'Europa,
nulla vieta di inserire l'Elbrus tra le Seven Summit. Nelle
coppe europee di calcio, per fare un esempio, giocano tranquillamente
squadre turche, cipriote, georgiane e addirittura israeliane.
Cipro, poi, è già entrata nell'Unione Europea,
pur essendo in Asia per l'unanimità dei geografi. Del
resto anche la Guyana francese, geograficamente in Sudamerica,
è politicamente nell'UE.
Quello che voglio dire è che le leggi dello sport,
o della politica, non possono influire sulla geografia, che
si deve basare su criteri un po' più stabili e duraturi
di quanto non siano i confini nazionali. Un esempio eclatante
è proprio la regione geografica italiana che comprende,
oltre allo Stato italiano, anche altri territori quali San
Marino, Città del Vaticano, Malta, il Canton Ticino,
l'Istria.
Insomma, per concludere: sì a considerare l'Elbrus
tra le Seven Summit (è una regola sportiva), sì
a considerare l'Elbrus tra i monti più alti della Russia
(è una considerazione politica); no a scrivere che
l'Elbrus sia il monte più' alto d'Europa (è
un errore geografico) [...]
*****
Continua?
Nota: nel frattempo ho corretto questa
pagina scrivendo "...secondo il mondo alpinistico...".
Sai mai… |
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Tempo fa avevo detto a qualcuno che avremmo eliminato la
sezione. Invece non lo abbiamo fatto. Anche perché
Mauro ci ha inviato un racconto
che, oltre ad essere casualmente in tema con il nostro ultimo
viaggio, rispecchia quello che avevamo in mente quando abbiamo
aperto questo
spazio e che abbiamo cercato di spiegare nelle regole.
Non diari, ma modi di viaggiare. Il suo, poi, copre
tutte le dimensioni a noi note.
Mentre scrivo, ascolto questo.
Grazie alla sua
segnalazione. |
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Si fa quel che si può. E così, ecco in linea
sia gli appunti
di viaggio, sia l'itinerario,
sia alcune fotografie. Le immagini che ho caricato sono
state scattate con la piccola digitale. Di fotografie vere,
le solite diapositive per intenderci, ne abbiamo fatte sì,
naturalmente, e abbiamo anche girato qualcosa. Ma, ovviamente,
scanner ed altre apparecchiature sono ancora negli scatoloni.
Per non dire che non abbiamo nemmeno una scrivania (andiamo
a comprarla domani, però).
Ci vorrà tempo, eh sì... |
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Due post. Dico, due post nella medesima nottata. In realtà,
questo era quello che avevo in mente, prima che mi mettessi
a scrivere l'altro.
Eccoci dunque qua, dumilaquattrocento chilometri alle spalle,
primo viaggio dopo un anno e mezzo di stop interamente trascorso
a prenderci cura di Leonardo. Primo viaggio, fra l'altro,
dalla nascita di Orizzontintorno. Viaggio che non siamo
riusciti a farvi vedere in diretta per due motivi.
Uno: in Bosnia l'antennina gprs non funziona. Due: ho lasciato
a casa il cavo per scaricare le foto dalla digitale al pc.
Poco male, fra qualche giorno arriverà tutto in linea,
abbiate pazienza. Anche perché siamo ancora senza
megalinea Internet e continuiamo a collegarci, anche da
casa, con il gprs, che non è proprio il massimo.
Per dire: con il trasloco siamo ancora in alto mare e anneghiamo
tuttora negli scatoloni.
Però il minimo necessario per partire lo abbiamo
trovato.
Così, la notte di Capodanno abbiamo stappato una
bottiglia di vino rosso in un locale di Sarajevo, prima
di essere invitati alla festa di una comunità di
croati, musulmani forse no, serbi per nulla, credo, e chissàchealtro.
Danze slave e Bregovic a volume inaudito fino all'alba.
Abbiamo poi lasciato i tetti innevati della capitale e ce
ne siamo andati a Mostar, a vedere il nuovo ponte.
Tante avventure, presto qui. Piccola anteprima, comunque:
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Frontiera
della Repubblica Serba di Bosnia
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E, a proposito di trasloco, vi avevo promesso qualche anticipazione
del nostro nuovo panorama a quasi 360°. Eccovi qualche
alba sul Monte Rosa dalla finestra di cucina e dalla camera
di Leonardo.
Già: meglio delle finestre di via
Redi. Lo dicevo io. (Anche andare in bagno ammirando
la Grigna non è male, ma devo ricordarmi di portarci
la Nikon...).
Ops: buon anno a tutti, naturalmente. Bentornati! |
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Non scriverò nulla su ciò che è accaduto
nel sudest asiatico. Ho commentato qua e là qualche
blog e mi sono reso conto di essere sciaguratamente inadeguato
per esprimermi davvero sul tema. Però, vi consiglio
di andare a dare un'occhiata qui.
E chiudo l'argomento, almeno su Orizzontintorno.
Anzi, aggiungo una sola idiozia al mucchio totale: piccola
piccola e sciocca sciocca, giusto in risposta a qualche
polemica che ho alimentato in giro.
Il fatto è che io trovo ... (e che aggettivo ci metto?
Spaventosa? E' sciaguratamente inadeguato,
ma non ne trovo altri, diciamo quindi che trovo spaventosa)
la sola evidenza che questa umanità non sia in grado
di fermarsi *davvero*, nemmeno nemmeno per un piccolo
istante, di fronte ad un evento che ha coinvolto un terzo
del pianeta e cinquanta nazioni.
Che so, una cretinata. Davvero, scusate la mia inadeguatezza
e beata, ingenua stupidità, ma qualcosa tipo un messaggino
di Sharon: "Oh, raga, oggi non si spara, riprendiamo
domani, passate parola a quegli stronzi dei palestinesi";
uno sfocato video di zio Osama nella grotta: "Oh,
raga, sì sì è colpa dei sionisti, ma
oggi per favore facciamo silenzio e tacciano le granate,
che sono morti i fratelli musulmani; domani decapitatene
80.000 di quegli stronzi infedeli, uno per ciascuno dei
nostri morti in Indonesia"; oppure, un
bel concertone di musica classica a reti unificate per 24
ore sulle tre reti Rai e su quelle Mediaset. Che so, cazzate
planetarie di questo tipo.
Invece mi tocca veder Giletti via satellite che mi chiede
di mandare un euro con il telefonino. Non solo: poi, la
Protezione Civile e il Governo si litigano pure per chi
debba gestire 'sto euro.
Un euro? Un euro?? E perché non cinque? Ve lo dico
io, perché: perché cinque euro non fanno mercato.
Se chiedete cinque euro la gente si scoccia già un
po' di più. Notate bene: la capacità di spesa
di coloro che hanno un telefonino è del tutto in
grado di assorbire la spesa straordinaria di cinque euro,
forse anche di dieci. Ma con un euro vai a botta sicura,
fai lo share tv, fai salire la beneficenza, lavi le coscienze
di tutti e l'anno prossimo di nuovo al mare, possibilmente
in Vietnam, che sai mai cosa puoi trovare in acqua a Pukhet.
E poi, qualcuno mi sa dire qualcosa di Bam? No perché,
un anno fa tondo tondo, proprio dopo Natale, erano in trentamila
a rimanere sotto le macerie. O, a proposito di Tsunami:
quanti sms sono partiti per la Papua? Papua Nuova Guinea,
luglio 1998, tremila vittime. Ah, sì: non sono centocinquantamila,
non ci andavamo in vacanza, tanto meno ci andavano Pippo
Inzaghi ed Emilio Fede.
Scusatemi. Non riesco a non mescolare la pietà alla
rabbia verso questa nostra umanità. L'umanità
dei tre presidenti americani che guideranno il mondo verso
la luce della speranza, quella dei nostri vertici di palazzo,
quella delle gare di solidarietà. L'unica vera realtà
è che la Borsa non ha battuto ciglio e questo vi
dà la corretta misura della reazione globale di fronte
alla sciagura del sudest asiatico.
Poi, ben vengano tutti gli "un euro" per le vittime:
per carità, ci mancherebbe pure. Ma abbiate il coraggio
di fare di più, perdìo. In generale.
Non chiudete, dopo, gli occhi. Non partecipate alla solidarietà
globale soltanto sull'onda (!) emotiva pompata dai Media.
Ciascuno di noi avrà la coscienza davvero a posto
quando, di fronte ad eventi del genere, potrà permettersi
il lusso di dire: "Un euro? Cazzo, con tutto
quello che ho dato quest'anno a 'sta povera gente, ancora
un euro mi vieni a chiedere? Ma brutto pirla, metteteci
voi una settimana intera degli introiti pubblicitari di
sei reti televisive sul piatto, invece di chiedere un euro
a me, che già mi ci sono svenato (e son contento
di averlo fatto). Metteteci l'intero condono edilizio. Metteteci
al volo un emendamento alla finanziaria che state approvando.
Metteteci un mese di entrate di tutti coloro che hanno redditi
sopra i dieci milioni di euro. Cazzo, fate qualcosa, invece
di chiedere un euro a me!"
Ciascuno di noi avrà la coscienza davvero a posto
quando, detto quanto sopra, non avrà più alcun
senso la polemica idiota "vado in vacanza, non vado
in vacanza, dove vado in vacanza", né l'avrà
il drammatico dubbio "oddio, e adesso? Stappo, o
non stappo lo spumante?"
Perché, a quanto leggo in giro, sembra essere questo
il drammatico problema che oggi arrovella la coscienza di
molti.
Ecco quello che ne penso.
Altro che due minuti di silenzio sotto al Big Ben prima
di dare inizio ai botti. Diomio, che spaventosa ipocrisia. |
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