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A Sterpenich,
uscita 33 dell'autostrada A4 Lussemburgo-Bruxelles, è
evidente che questo è l'anno del grande lancio di
Bestå. Se volete osare, laccato rosso. Semplicemente
irresistibile. Mi sapete dire se è già arrivato
anche in Italia?
Per il resto il layout del piano terra è esattamente
uguale a quello di Carugate,
così uguale che ti aspetti di uscire sul piazzale
e trovarti Castorama davanti. Il primo piano invece è
leggermente differente e il percorso è circolare,
senza i famosi shortcut (come li chiama Massimo,
ma lui è di Bain, è troppo avanti) nascosti
che solo i veri intenditori conoscono. Secondo noi la disposizione
degli ambienti è migliore, anche se alcune concessioni
alle cucine in stile belga lasciano un po' perplessi.
Non ho visto i miei amatissimi hot dog, ma il self-service
non ci ha deluso. Il vero colpo di genio è nella
sala ristorante: arredamento tutto prezzato, tale e quale
a quello in esposizione. Per quanto, c'è il rischio
che vi portino via insieme alla vostra Alfons mentre state
mangiando.
Da segnalare anche Senior, in ghisa rossa. Stupende.
AC Arlon hotel - l'orrendo
- a soli tre chilometri in direzione Bruxelles, uscita 32.
Ufficio a una decina di chilometri, più o meno stessa
direzione.
P.S. Ho scoperto che oltre a trovarmi nelle Ardenne sono anche
in Vallonia. Che non è come essere nelle Fiandre. E
anzi, meglio non nominarle nemmeno, le Fiandre, da queste
parti.
Come a dire, ad ognuno la sua linea gotica. |
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Il letto è obliquo e pende a destra. E corto, anche:
a me escono i piedi. All'alba l'autostrada in direzione
Lussemburgo è già intasata. Nel caso possa
esservi utile, telefonatemi per un'onda verde in diretta.
Direzione Bruxelles libera, almeno per ora. Ottantatre euro
per questa camera "single executive" - due letti
singoli accoppiati a formare un'inutile matrimoniale con
buco nel mezzo - sono un furto da repubblica ex-sovietica.
Io vorrei anche fotografarvela, ma è che proprio
non rende. Insomma, c'è il letto di cui sopra, spalliera
di velluto liscio rosso e copriletto arancione. Sul muro,
dietro, un cerchio dipinto di marrone contro il resto della
parete bianca. Una scrivania, chiamiamola così, profonda
a mala pena come il mio notebook, di plastica e legno nero,
sbucciata, macchiata e graffiata. In generale, sporca. Moquette
a composizione variabile, base verde palude al tramonto
ma non del tutto sera, toppe verdone pineta autunnale dopo
pioggia battente, righe sottili arancioni, sporca. Tv modello
mondialcasa-te-la-regalo-con-le-pentole e no, satellite
nisba, non scherziamo, solo canali delle Ardenne. Uno sgabello.
Un armadio a muro con ante a specchio, in pezzi. Come la
serratura della porta, del resto. La catenella della porta
giace divelta dentro l'armadio. Una presa di corrente. Una
tenda di cui si è già
detto, arancione e verde oliva. Frigobar questo
sconosciuto, tanto c'è l'autogrill. Telefono di plastica
rossa modello fine anni '70. Nel bagno: un lavandino, un
water incrostato di arancione. No cassetti, no cestino spazzatura,
no bidet. Due lampadine. Un flacone di sapone liquido tipo
autogrill. Una vasca tipo bombardamento di Danzica con tenda,
quella sì, davvero psichedelica. Cià va',
ve la fotografo questa.
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Tenda della
doccia...
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Nell'autogrill ci sono un self service ed un ristorante. Il
self service fa il self service: andate lì e vi self-servite.
Nel ristorante invece vi sedete al tavolo, vi chiedono se
volete un aperitivo (che qui si traduce nello scegliere fra
una birra e un Martini) e poi vi danno il menù. Sul
menù c'è scritto "buffet": in altre
parole, self service. Giuro. Solo che dovete scegliere, prima,
se lo volete caldo o freddo. E' esattamente così come
ve la racconto: dite alla cameriera se preferite il buffet
caldo o freddo, lei segna sul suo foglietto, e a quel punto
vi alzate e vi self-servite esattamente come al self service,
solo che siete al ristorante e avete scelto, quindi,
suppongo, se avete scelto il buffet caldo non potete avvicinarvi
ai piatti freddi.
Ah, già: il vino non ve lo siete self-servito, ve lo
hanno portato al tavolo, e senza moscerini. E, scusate, questa
è una differenza non trascurabile.
Ho fatto il salto di qualità che mi ha definitivamente
integrato nella comunità locale: stasera ho preso la
potage du jour, che poi secondo me dovrebbe essere
de la soirée, ma vabbè. La potage
du jour è un'istituzione. Io odio le zuppe, ma non
potete pensare di starvene in Belgio come nulla fosse e ignorare
che questo è un mondo che ruota attorno alla potage
du jour. La potage du jour è il must,
è ciò che fa la differenza fra un belga e il
resto del mondo.
La mia potage du jour di questa sera era rossa. Avvistati
alcuni potrebbero galleggianti. A naso (è il
caso di dirlo), potrebbero essere palline di pollo.
E vi faccio notare che ormai io e il francese siamo una cosa
sola, anche se mi rimane il dubbio che quello che sto imparando
sia dialetto belga.
Poi. Quando piove nelle Ardenne, ecco, l'ombrello potete anche
lasciarlo tranquillamente in albergo (mi verrebbe un'altra
espressione, ma siamo in fascia protetta). Tira un vento che
Re Azul gli fa le pippe, e se non sapete chi è Re Azul
spulciate in giro per Orizzontintorno.
Non so come dirvelo: sono affascinato da tutto ciò,
l'orrore mi circonda. Se avessi la webcam potrei farvi una
diretta tipo sala controllo dell'ACI. So che apprezzereste.
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Non poteva essere fondo. Perché il fondo
non galleggia. Così ho guardato bene. Erano cinque
moscerini. Cinque. Non potevano che essere scesi dalla botte
dalla quale stavo spillando il vino rosso. Sui bicchieri
sporchi potevo anche passare, ma di fronte ai cinque moscerini
galleggianti sulla superficie color rubino mi sono arreso
e ho fatto come il camionista belga: mi sono preso una bottiglia.
Il fatto è che poi il camionista belga si è
seduto vicino a me e questa no, non ve la racconto, perché
non sono certo che abbiate tutti lo stomaco foderato di
piombo come il sottoscritto.
Dovrei parlarvi anche delle tende verde oliva ed arancione
a strisce, ma il mio stomaco non è così
foderato di piombo. Fatto sta che all'AC
Arlux questa settimana non avevano posto, così
si sono offerti gentilmente di prenotarmi la camera qui
all'AC
Arlon, il loro gemellino. Che, per inciso, è
un motel a ponte sull'autostrada Lussemburgo-Bruxelles.
Ma brutto. Ma brutto. Ma così brutto che non potete
capire. E triste. Drab. Ugly. Ma neanche.
E' che è proprio squallido, ma così squallido
che al confronto il Belarus di Minsk pareva avere i rubinetti
d'oro. Che poi, quello era in Bielorussia, qui siamo in
Belgio, nel bel mezzo del triangolo che governa l'Europa
intera.
Ma angosciante. Ma angosciante davvero. Tipo che ho mangiato
al self service con i camionisti e vi assicuro che l'autogrill
di Somaglia est, dove peraltro si mangia bene, al confronto
sembra Gualtiero Marchesi. Che poi questo *è* un
autogrill.
Ma squallido. Ma orrendo. Ma non ho nemmeno un accidenti
di cestino in camera, e secondo questi signori dove diavolo
butto la spazzatura? Potrei sempre considerare di lanciarla
dalla finestra e provare a centrare qualche camion.
Perché, per la cronaca, l'autostrada è proprio
quasi sotto al mio sedere.
Noooo, non c'è traffico, ma che dite! Sembra di dormire
in aperta campagna, ci sono persino i merli.
E, per la cronaca, chi vi sta dicendo che questo posto fa
schifo ha vissuto diciotto mesi al Motel Agip di Firenze Nord,
noto posto di scambisti di mezza Italia, cenando quasi regolarmente
all'autogrill davanti alle pompe di benzina, al tempo in cui
guidavo il progetto Autostrade. Quindi, sappiate che sono
un esperto in materia di autogrilling e motel autostradali.
Ecco: l'AC Arlon fa cagare schifo.
Riportatemi all'AC Arlux, vi prego! |
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La combinazione sta nel fatto che era aprile, l'auto era
una Renault dell'Avis, l'autostrada era irlandese e l'autoradio
trasmetteva One versione Bono + Mary J. Blige. Questa
mattina l'auto è un'identica Renault dell'Avis, l'autostrada
è lussemburghese, poi belga, e l'autoradio trasmette
ancora One versione Bono + Mary J. Blige.
Non fosse che poi passa Fiumi di Parole dei Jalisse...
Per il resto piove tipo autunno nelle Ardenne e sì,
questa volta la targa è lussemburghese. |
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E' sera tardi mentre guido verso casa, e un po' pioviggina.
Devo ancora preparare la valigia ché all'alba mi
aspetta il solito volo da Malpensa, e sono stanco. E' stato
un weekend frenetico, troppo. Emanuela e Leonardo sono già
rientrati, mi hanno anticipato. Io ho dovuto smontare lo
stand, poi il solito giro di saluti, ci si rivede l'anno
prossimo e ciao ciao.
Deve essere per questo che mi prende la malinconia mentre
sorpasso in successione prima la Moto Guzzi di Marchetti.ws,
che fra l'altro era esposta proprio davanti a noi, e poi
il camper di Cesare
e Lisa. Non mi vedono, li saluto fra me e me. Fra
qualche settimana saranno in Libia.
Finisce così anche questa edizione di Immagimondo,
che non ci è piaciuta, a nessuno di noi. Qualche
DVD se n'è andato, meno di quello che speravamo,
qualche contatto interessante forse si tradurrà in
proposte concrete, si vedrà.
Avvistati, fra gli altri, Roberto,
Paolo,
Daniele,
Francesca,
Mauro,
Beppe.
Aspettiamo Davide
a cena. E abbiamo avuto il piacere di conoscere ed ospitare
nel nostro stand, accompagnato dalla fidanzata, Alex
Bellini, che di presentazioni non ha alcun bisogno.
Ci si rivede il prossimo anno, forse. Soprattutto se la
pianteranno di rompere i timpani con l'altoparlante.
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Il camion
di Overland all'ingresso di Immagimondo 2006
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Vagator,
il camper giramondo di Cesare e Lisa
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Davide Landolfi
quest'anno ha presentato Cuba
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Lo stand di
Marchetti.ws: Iran in moto
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A zonzo per
Immagimondo
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I vostri "eroi"
e lo stand di Orizzontintorno
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Alex Bellini
e la sua dolce metà ospiti nel nostro stand
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Davide
è già arrivato e le sue foto di Cuba sono
straordinarie: non perdetevele. Cesare
e Lisa sono tornati in tempo dall'Uzbekistan e ripartiranno,
dopo, per la Libia. Il camper è qui nel parcheggio
e passo a mettere il naso in cucina: domani cercherò
di strappar loro qualche foto dell'interno.
Ho passato tutto il pomeriggio ad attaccar facce al nostro
stand, ché quest'anno son proprio le facce il nostro tema. Davanti a noi ci sono i ragazzi della King's Road.
I padiglioni di Lariofiere
sono ancora quasi deserti, sono uno dei primi ad essere
arrivato. Eppure io me lo ricordo: l'anno
scorso l'atmosfera della vigilia era assai differente
ed eravamo qui in tanti a far festa già dalla sera
prima. Oggi non c'è quasi nessuno, non hanno montato
nemmeno la reception all'ingresso, né sono ancora
arrivati i camion di Overland.
Poi mi si presenta davanti questo tipo: "Ciao, sono
Selvatico. Tu sei Orizzontintorno, vero?"
Ecco, adesso ricordo perché anche quest'anno siamo
qui
:-)
Ci si vede da domani, vi aspettiamo. |
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C'è qualcosa di surreale e perverso nel partecipare
ad una riunione che si tiene contemporaneamente in tre lingue,
dove ciascuno parla la propria e buona parte dei partecipanti
non capisce verosimilmente nulla di almeno una delle altre
due. Epperò è bellissimo.
Intanto le serate in hotel sono buone per vedersi le prime
puntate della terza
stagione, appena passate da ABC. Che lo so che vi
rode, a voi che avete appena iniziato a penare su Fox con
la seconda. E se poi siete di quelli che ancora stanno ad
aspettare RaiDue, vabbé, ma che vi parlo a fare?
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Finisce la prima settimana nelle Ardenne. Volo di venerdì
13 e mi basta un unico vuoto d'aria in un cielo technicolor
a ricordarmelo. Ho in valigia un sacchetto di cioccolatini
non-a-caso e un aeroplanino Luxair per Leonardo. Ho altri
biglietti aerei già pronti, e-prenotazioni di auto
a noleggio, e-prenotazioni di hotel per le settimane a venire.
Ho la macchina che da cinque giorni mi aspetta al parcheggio
a lungo termine di Malpensa. Ho un trolley che è
sempre troppo grande o sempre troppo piccolo, comunque.
Ho sonno. Ho centotrentasette e-mail da scaricare. Ho trecento
foto del Giappone da caricare dentro Orizzontintorno e non
so quando riuscirò a farlo.
E' una bella serata sulle Ardenne, non c'è un alito
di vento, ci sono diciotto gradi e la luce è obliqua.
Imbarco.
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"Carlo, domenica ero nel cesso dell'aeroporto di
Malpensa, Italia. Naturalmente ho controllato le prese
di corrente ed ovviamente manca quella di tipo L.
Però ci sono quella americana e quella tipo italiano
ma con due soli fori. Ti allego foto. Sempre sul tema: ero
in Spagna all'inizio di questa settimana e mi sono premunito
di un adattatore, che puntualmente ha fallito.
Ciao, Gianni."
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Cosa c'è di più meraviglioso del lavorare in un
posto dove chiunque tu incroci in un corridoio ti
saluta con un "bonjour"?
Andarsene in giro per quegli stessi corridoi con un camice
bianco sopra alla divisa da pinguino.
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