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Consueto appuntamento con le segnalazioni che mi appunto
qua e là e consueti ringraziamenti a Francesco, considerato
che la maggior parte sono sue e ormai potrei anche dargli
la password ed aprirgli un thread personale.
Riaperta la frontiera
fra Cina ed India, che a voi magari sembra una notizia
di secondo piano, ma che a noi avrebbe cambiato completamente
le carte in tavola se solo lo avessero deciso qualche anno
fa durante il nostro Asia
Overland. Infatti, proprio a causa di quella frontiera
all'epoca invalicabile ed alla contemporanea semi-chiusura
del passaggio verso il Pakistan, a Delhi fummo costretti
a interrompere la nostra rotta terrestre dopo oltre ventimila
chilometri, rientrando in volo in Cina. Mi vien voglia di
riaprire i conti con quei giorni e partire immediatamente
per mettere finalmente il sigillo su quella maledetta tratta.
E sempre in tema di Cina (quando mai...), a pochi mesi dall'inaugurazione
della sciagurata ferrovia Golmud-Lhasa, della quale a lungo
si è parlato anche
fra queste pagine, la follia del governo di Pechino
sembra non avere limiti. Secondo la BBC, i piani ferroviari
cinesi sul Tibet sono
inarrestabili.
Di palo in frasca: qui si parla delle elezioni
in Congo, da catalogare alla voce "infarinatura
minima delle vicende africane", che sarebbe sempre
interessante tenere d'occhio e non solo perché se
ne occupano Bono e Bob Geldolf. Ho l'impressione che dopo
l'ondata gialla prima o poi sarà il turno di quella
nera, foss'anche fra venti o trent'anni, e di colpo il prodotto
a costo zero di una qualsivoglia neoeconomia congolese inizierà
ad apparire d'incanto nelle corsie dei nostri grassi e democratici
ipermercati occidentali.
Ancora BBC sul tema Internet
e censura, al quale prima o poi - quando troverò
tempo e voglia di mettermici davvero - dedicherò
magari un bel post approfondito per raccontarvi un po' quel
che accade in materia dalle nostre parti, che magari questo
non è il Turkmenistan, ma certo ci mettiamo d'impegno
per allinearci.
Repubblica si è invece occupata dei luoghi
pių inquinati del mondo, per la serie "non
solo Chernobyl". Curiosamente non è citata la
regione dell'Aral, della quale scrissi qualcosa
tempo fa qui sul blog. Grazie a Gianni per la segnalazione.
Infine, tema leggero, od anche no, dipende dall'angolo di
osservazione. Si parla di micronazioni, qui
e qui.
In questo caso le segnalazioni mi arrivano da Marco, alle
quali aggiungo il mio contributo ricordandovi il link
su Wikipedia, che già avevo citato in passato. |
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Ad esempio, nelle ultime quattro occasioni in cui ho deciso
di sfidare il ristorante dell'hotel
AC Arlux mi hanno portato nell'ordine: il pane,
il piattino e il coltello, ma non il burro; il burro, il
piattino e il coltello, ma non il pane; il pane, il burro
e il piattino, ma non il coltello; e infine, il piattino
e il coltello, ma non il burro e il pane.
Così su due piedi direi che ho almeno altre due combinazioni
possibili. |
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Dovrei forse raccontarvi della prima neve che ha imbiancato
la Savoia, o del Monte Bianco e del Monte Rosa che ieri
mattina bucavano lo strato di nebbia attorno alle Alpi,
ed era uno spettacolo da lacrime, credetemi. Prima o poi
me la porto la macchina fotografica a bordo, tanto le cose,
quassų a nord, vanno per le lunghe.
C'è anche che nelle ultime sei settimane ho volato
di venerdì 13, ad Halloween, il 2 novembre e venerdì
17. Spesso in fila 13 o 17. E no, la paura di volare non
mi è affatto passata. Così credo di avere
ormai divelto un buon numero di braccioli dei sedili Luxair
aggrappandomi ad ogni vuoto d'aria che il vento delle Ardenne
continua a regalarmi di questa stagione, anche se per dirvi
la verità, fino ad oggi, i grattacapi peggiori me
li hanno dati alcuni atterraggi e partenze da Malpensa.
Venerdì 17, comunque, era una gran bella serata per
viaggiare verso Lussemburgo.
Ho (avuto ?) qualche problemino tecnico (tanto per cambiare)
nel passaggio a questo nuovo pc. Così sono rimasto
un po' indietro con gli aggiornamenti qua dentro. Stay tuned... |
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Finalmente è arrivato.
Dopo quasi quattro anni di onorato servizio, adesso posso
mandare in pensione il mio amato T30,
che peraltro è stato la culla di Orizzontintorno.
Il nuovo XPS
è davvero un gioiellino equipaggiato con una barcata
di optional, come si conviene ad un vero notebook zingarante.
Ecco, se proprio vogliamo, in termini di peso non ho di
fatto guadagnato nulla, non fosse altro perché l'acceleratore
grafico richiede una batteria più grande, ma è
proprio a voler essere pignoli.
Piuttosto: per una volta mi tocca parlar (più che)
bene di un call center, quello della Dell. E' un fatto talmente
surreale e statisticamente irrilevante, questo, che mi chiedo
in quale punto dell'universo quest'inusuale ondata di energia
positiva verrà riequilibrata da un evento di pari
portata a segno meno, disastrosamente catastrofico.
E a proposito di Orizzontintorno: vederlo a larghezza 1280
invece che a 1024 mi ha fatto scoprire alcune cosette interessanti.
Non lo so mica se mi piace come si comporta sul widescreen.
Urge restyling? |
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Arlon è avvolta dalla nebbia, siamo vicini allo
zero anche questa mattina e guido accompagnato da Purple
Rain, il che dà quel tocco di magico che non
guasta. Anche Californication, che pur c'entra come
i cavoli a merenda.
C'è luce, e quasi non ero pių abituato.
C'è traffico, un po', e quasi mi sembra strano.
C'è che ho dormito, pių o meno otto ore, anche
se alle cinque mi sono svegliato quasi automaticamente.
Mi sono guardato attorno, dalla tenda filtrava un po' di
luce. Mi sono lasciato avvolgere da quel sottile senso di
stupore, piacevole. Mi sono girato sotto al piumone e riaddormentato,
dopo un po'. In pace. Stanco e sereno.
Colazione alle nove. Soprattutto, finalmente, colazione.
Seduto a un tavolo. E gente attorno a me.
E' stata una settimana intensa come non accadeva da tempo.
Quasi violenta. Viva. Difficile. Emozionante. Di quell'emozione
che a volte sa di solitudine, che avevo quasi dimenticato.
Che ho fuggito per molto tempo. Alla quale sono tornato
solo per caso e per una sorta di destino ineluttabile al
quale non riesco mai a sfuggire, per quanto ci provi, da
anni ormai.
Sì, stronzate. E non ho nemmeno voglia di farmi capire.
Credevo di aver voglia di raccontare qualcosa, ma non è
vero. Sono qua da lunedì scorso, con una sola breve
fuga a casa per il primo novembre e un decollo con vento
forte da Malpensa che credo mi abbia fermato il cuore per
cinque buoni minuti. Ma ci voleva, anche quello. In fondo,
ho superato anche quello.
Credo di aver detto grazie a qualcuno ed è solo un
peccato che il significato mi rimanga dentro e sia del tutto
incondivisibile, almeno nel raggio dell'orizzonte visibile.
L'ineluttabilità dell'essere qui in questo buco di
hotel non mi è chiara. Non lo so se è il contrappasso
da pagare, o se è solo l'unica nota distorta di una
partitura che al mio orecchio non ha affatto stonato, o
se ancora non mi sono arreso al fatto che certe cose sono
così e in fondo mi piacciono proprio per come sono.
Poi esplori quei dieci metri quadrati attorno a te e quel
senso di solitudine racchiuso nella tua emozione di certe
cose è ancora lì, e non lo puoi far evadere,
non ce n'è. Pazienza. Manuel Vázquez Montalbán
prende polvere ed ascolto i Pink Floyd, The great gig
in the sky, mica per dire, che credetemi, ci sta proprio
tutta. Eccome.
Forse, vorrei lasciar qui molte pių tracce, e molte
ne ho, ma un po' non è proprio possibile, un po'
non ha davvero alcun senso, ed un po' le tengo per me. Fuor
di metafora, ché sono ancora stanco e per una volta
non vale. Sono stati tre giorni lunghi e tre notti lunghe,
quelle del weekend alle spalle, ma le abbiamo traghettate.
Adesso ci sta una bella Orval.
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Time
+16h40' dal via. Prima alba sul ponte
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La macchina
dell'intelligenza (*)
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Faccia da
una notte in meno alle spalle
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Time
+17h11' dal via, nel regno dei folletti blu
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Alba del day
2, pausa meditazione sul piazzale
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Warning:
guerra batteriologica in corso
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Faccia da
due notti in meno alle spalle. Day 3
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Campo base,
pausa pranzo. Day
3
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Sala comando
e controllo. Casa per un weekend intero
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(*) Per riuscire a capire come si fa a prendere un caffè
da questa macchinetta ho dovuto iscrivermi ad un master. |
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Perché in Belgio non esistono gli apribottiglie
e io passo le mie giornate ad aprirle con le chiavi o con
i manici delle forchette, anche quelle prese dal frigobar
della mia camera?
Perché questa camera "single executive"
dove abito da ormai quasi dieci giorni non ha un
armadio e mi tocca tenere tutte le camicie in valigia?
Perché sono solo nel ristorante di quest'albergo,
ho un menų in mano da quindici minuti, e nessuno
dei due camerieri che sta sparecchiando i tavoli attorno
a me mi chiede cosa voglio ordinare?
Perché tutti, qua, sembrano usciti da Frankestein
Junior?
Perché le ciccione belghe a tavola si ravanano i
denti con le dita e sputacchiano intorno?
Perché per avere un'insalata di pomodoro ci vogliono
trenta minuti?
Perché mi portano il burro ma non il pane, anche
se l'ho chiesto?
Perché lasciano aperta la finestra di camera mia e mi spengono il riscaldamento
anche se fuori ci sono zero gradi?
Perché mi ostino a venire in questo albergo?
Nel frattempo Arlon brucia. E non sono stato io.
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