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Sì, oggi era una giornata favolosa per volare a
Lussemburgo. Un'alba meravigliosa sulle Alpi imbiancate,
un orizzonte infinito di cime, non una nuvola in un cielo
arancione, rosa e blu, non un filo di vento.
Infatti io sono ad Alba, nel bel mezzo delle Langhe, provincia
di Cuneo.
Ad Alba ci sono i tartufi ed il cioccolato. Non a caso,
ci si mangia meglio che ad Arlon e questo fa sì che
tutto sommato le Langhe siano preferibili alla Vallonia.
Peraltro, dalla Vallonia non si vede il Monviso: da Alba
sì, ed è un gran bel vedere. Mi è venuta
voglia di salirlo e non ci avevo mai fatto davvero un pensiero,
prima. Questa sera il tramonto sul Monviso è stato
meraviglioso.
Per il resto, dovessi poi dirvi che Alba sia così
diversa da Arlon, ecco, mah. Parliamone. Comunque ci sono
tante belle torri di mattoni rossi e c'è il Duomo,
almeno credo (maledizione, dove ho messo i miei appunti?).
Il Nebbiolo non è male, meglio della Orval sicuramente.
Ad Alba il lunedì sera, se non avete prenotato, finite
in pizzeria e peste vi colga.
Magari più avanti vi racconterò anche di Alba,
ma adesso no. Prima devo studiare (si vede, vero, che non
ho la minima idea di dove mi trovi?).
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Il Duomo di
Alba. Forse.
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Ora ho un altro problema: ho prenotato un hotel ad Alba,
pescandolo al solito da Internet. Se cercate "hotel
Alba" su Gugl, il primo risultato significativo
è questo.
Se siete in giro per lavoro non sembra male, no?
Dunque: l'hotel I Castelli ad Alba, quattro stelle,
(cito, dal sito web) è stato aperto nel 1996 e si
trova a pochi metri dalla centrale Piazza Duomo e da Via
Vittorio Emanuele. Per la precisione (cito again),
è situato in corso Torino, 14.
Bene. Molto bene. Solo che.
Solo che corso Torino, ad Alba, non esiste. Esiste "viale
Torino", non "corso Torino". Vabbè
direte voi, poco male. Certo, anche se "corso",
converrete, non è la stessa cosa di "viale".
Ma andiamo oltre.
Il punto fondamentale è che, secondo
ViaMichelin, nemmeno via Vittorio Emanuele esiste
e la pensa così anche il mio navigatore, che si ostina
a sostenere che la sua Alba sia differente dalla mia. Esiste
però una piazza Vittorio Emanuele e, se è
vero, sarete d'accordo con me sul fatto che "piazza"
non sia uguale a "via".
E per finire: "a pochi metri" significa "dieci",
forse "venti", diciamo anche "duecento metri",
va'. Non "almeno un chilometro".
Non importa, dettagli non rilevanti. Ma almeno, questo hotel...?
Ecco: che devo dirvi, io, dell'hotel I Castelli, quattro
stelle, costruito nel 1996? Come ve lo dico che l'arredamento
della mia camera è identico a quello dell'Arlux?
Identico, non sto scherzando: gli stessi mobili,
lo stesso colore acido, la stessa moquette verde palude
al tramonto ma non del tutto sera, gli stessi sanitari
con la stessa riga marrone nello stesso punto. Persino la
carta igienica a foglietti invece del classico rotolo, che
non so a voi, ma io la trovo orribile.
Ma che è, una candid camera? E fosse poi solo questo.
In questo accidenti di ameno e tristo hotel a quattro stelle,
con due sale congressi, nuovo di pacca (beh, anche l'Arlux
le ha e lo è...), non c'è nemmeno uno straccio
di stramaledettissimo collegamento Internet. Non dico la
banda larga in ogni camera, non dico una triste presina
per un preistorico modem a 56K, ma nemmeno un cazzo di
computer a pagamento nella hall dell'albergo. L'unico servizio
business di questo cubo parasovietico di cemento e vetro,
che si fregia di ben quattro stelle, è un modernissimo
apparecchio *fax*. E, se proprio avete bisogno, potete lasciare
le vostre lettere alla reception: provvedono loro a spedirvele.
Nel bel mezzo della Pianura Padana, una delle aree più
industrializzate del globo terracqueo.
Nel capoluogo turistico delle Langhe.
In pieno XXI secolo, in un Paese del G8.
E per non parlare della televisione (i sette canali canonici,
CNN, BBC e pedalare).
Per non parlare del bagno (saponettina di cartone, flaconcino
fantozziano di shampoo e ringrazia che ti abbiamo dato un
paio di asciugamani di carta).
Per non parlare del frigo bar (acqua, acqua, acqua, una
Coca, una birretta - quello dell'Arlux, in confronto, sembra
Harry's).
Per non parlare dei corridoi che danno accesso alle camere,
che sembrano quelli di un manicomio.
Per non parlare del ristorante, che sembra quello dell'asilo
della mia infanzia: una gelida sala arredata quasi interamente
in plastica e fòrmica. "Consigliata la prenotazione".
Maddeché? Non c'è nessuno qui, a parte un
paio di russi, qualche rappresentante di aspirapolveri ed
una orrenda coppia clandestina.
Ma com'è che li becco tutti io? Ma chi diavolo gliele
ha date le quattro stelle a questa specie di motel abbandonato
alla periferia della Padania? E, più in generale,
visti i
precedenti, ma chi le dà le stelle qui nel
Belpaese? Ma com'è che ormai trovo un collegamento
Internet ovunque, persino nei monasteri del Tibet e nelle
palafitte cambogiane, ma non in Italia? Com'è che
se prenoto un qualunque due stelle in mezzo mondo, civilizzato
e non, trovo ormai quasi sempre a disposizione la banda
larga, spesso pure in wireless e completamente gratuita,
e gli ultimi due alberghi a quattro stelle - quattro - che
ho provato in Italia sono a livello del mitico Belarus di
Minsk (e dell'Arlux, a dire il vero...)?
No, non è vero che tutto sommato Internet sia
un qualcosa in più e che non sia questo che fa (anche)
le stelle di un hotel. Internet ormai è come e più
del telefono, soprattutto in un hotel di questa categoria
pensato per il business e per i congressi. Non vi meravigliereste
di entrare in una camera d'albergo e non trovare il telefono?
E poi, al diavolo, questo hotel è davvero squallido,
come e peggio dell'Arlux. Ma com'è che da un po'
di tempo in qua non ne azzecco più uno? |
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Meno nove inizia ad essere una temperatura degna di attenzione. Soprattutto se non hai messo i guanti in valigia e al mattino devi grattar via uno strato di ghiaccio vetro spesso un millimetro dal parabrezza dell'auto.
Però c'è il sole. Considerato che nel resto del vecchio continente, per quanto ci è dato sapere, sta nevicando come in Kamchatka, questo conferma la mia teoria che Arlon sia solo frutto di un'allucinazione collettiva e che in realtà non esista. |
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Vorrei far presente al mio amico, Comandante Luxair del volo LG6992 Malpensa - Luxembourg di questa mattina, che nice weather non significa vento a raffiche di ottanta orari, strato di nubi spesso diecimila metri, atterraggio tipo Apollo 13, temperatura al suolo meno cinque e un insignificante raggio di luce che penetra in mezzo a 'sto schifo.
E poi, "Grazie di aver scelto Luxair" un paio di ciufoli. Come se avessi qualche alternativa. |
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Non ho mai amato il personaggio, ma lo seguo dagli inizi
della sua carriera, come del resto seguo tutti gli altri.
Non ho capito molte delle sue imprese e non è uno
dei miei eroi. E questa volta non riesco proprio a capire
perché diavolo abbia usato un elicottero per arrivare
al campo base e no, non riesco a digerirlo una volta di
più.
Il doppio tentativo di Simone Moro al K2 ed al Broad Peak
merita comunque attenzione, non fosse altro perché
in inverno e in solitaria. E' possibile seguirlo
in diretta grazie ad una videocamera, un blog ed
un collegamento satellitare.
Io dico che non ce la fa, ma se dovesse riuscirci sarei
il primo a levarmi il cappello. Era proprio necessario quell'elicottero,
Simone? |
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Leonardo (3), fino ad oggi cresciuto a Gotan Project, ha deciso all'improvviso che ama Tom Petty. Che potrebbe anche non essere un problema, anzi, non fosse che adesso, ogni volta che sale in macchina, pretende di ascoltare solo "Learning to fly".
Per ora il viaggio più lungo è durato quattro replay. |
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Da Meteo Luxembourg: "Tempête en cours! De midi jusqu'à minuit, maximum entre 18 et 21 heures. Vent de sud-ouest 70-90 km/h. Entre 18 et 21 heures 90-110 km/h avec des pointes à 130km/h possibles. Le vent sera accompagné de très fortes chutes de pluie."
Ecco, appunto: non avete idea di che sta accadendo quassù. Per dire, questa mattina il vento ha abbattuto un albero proprio davanti alla finestra di camera mia...
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Update delle 15.00: pare che sia l'uragano Kyrill. Incrociate le dita per il vostro inviato nelle Ardenne. Update delle 23.30: dalla CNN. Qui la situazione è un po' migliorata... |
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Ricevo e pubblico: "Caro Carlo, oramai la curiosità
di visitare Arlon ha superato ogni limite, sarà sicuramente
la destinazione del mio prossimo viaggio. Ovviamente mi
sto documentando e sto cercando di informarmi sotto ogni
punto di vista. In questo momento mi sto occupando dei personaggi
famosi e della letteratura di Arlon. Immagino non ti sia
sfuggito Jean-Luc Fonck, di cui ti allego foto e poesia.
Ti invidio, perchè solo tu che ci sei stato puoi
capire appieno la sua opera: noi, poveri mortali, possiamo
solo vagamente immaginare. By the way, nel mese di ottobre
il soggetto in questione ha tenuto un concerto ad Arlon,
e tu te lo sei perso!
JE M'ENNUIE (IO MI ANNOIO)
Je me lève le
matin - je m'ennuie
Je bois une tasse de shampooing - je m'ennuie
Je fais les tartines du chien - je m'ennuie
Et j'attends que mon train vient - je m'ennuie.
Et je m'ennuie -nuie -nuie -nuie toujours
Et je m'ennuie -nuie -nuie -nuit et jour.
J'arrive à mon travail - je m'ennuie
Je prépare le café - je m'ennuie
Je fais des photocopies couleur A4
En couleur - je m'ennuie
Et je cherche après 5 heures - je m'ennuie.
Et je m'ennuie -nuie -nuie -nuie toujours
Et je m'ennuie -nuie -nuie -nuit et jour.
Je rentre à ma maison - je m'ennuie
Je regarde la télévision - je m'ennuie
Je regarde la radio - je m'ennuie
Et je retourne dans mon lit - je m'ennuie.
Et je m'ennuie -nuie -nuie -nuie toujours
Et je m'ennuie -nuie -nuie -nuit et jour
Et je m'ennuie -nuie -nuie -nuie toujours
Et je m'ennuie -nuie -nuie -nuit et jour.
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Jean-Luc Fonck
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Ciao, Gianni." |
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A colui che è arrivato su Orizzontintorno chiedendo a Google se Mosca si affacci sul Danubio, rispondo io: no, non si affaccia sul Danubio.
Alla Moratti, o a chi l'ha preceduta, o a chi hanno messo al suo posto (ho perso il filo della faccenda), vorrei segnalare che forse, tutto sommato, a ben vedere, volendo proprio cercare il pelo nell'uovo, ecco, l'insegnamento della geografia non era proprio un'idiozia. Com'è che la chiamate adesso nei programmi ministeriali? |
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"Il 1991 fu l'anno peggiore. Il vento aveva soffiato per giorni e giorni con punte ad oltre centosessanta orari. Avevamo una fila di alberi in giardino: vennero tutti abbattuti. Una sera le raffiche tirarono giù il campanile della chiesa: si conficcò a testa in giù in mezzo alla piazza, come una freccia. Ricordo che dal primo luglio al 23 dicembre non vedemmo il sole nemmeno per una giornata - giuro, niente sole per sei mesi, solo pioggia, pioggia, pioggia e vento.
Il 23 dicembre rientrammo in Italia, per trascorrere il Natale con il resto della famiglia. Sa com'è, va a finire che si fa sempre tardi in ufficio, ed anche quella sera uscii che erano ormai quasi le sei. Il tempo di passare a prendere mia moglie che aveva già caricato l'auto e via in autostrada.
Ci vogliono otto-nove ore da Arlon a casa nostra, un paesino in provincia di Cuneo. Arrivammo verso le tre del mattino e andammo direttamente a dormire. La mattina dopo - era la vigilia di Natale - ci svegliammo verso le nove e trenta ed aprimmo le finestre... il sole! C'era il sole!
Lei non mi crederà, Paschetto: io e mia moglie ci infilammo il cappotto, uscimmo in giardino e rimanemmo seduti sulle sdraio per un'ora a guardare il sole." |
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Se anche voi, come qualche amico che ci ha scritto, vi state chiedendo come mai non abbiamo ancora caricato in archivio le fotografie del viaggio in Giappone della scorsa estate, né quelle del recente viaggio a Malta, beh, sappiate che è solo perché per qualche oscuro motivo non riusciamo più ad aggiornare il database. Prima o poi comunque ci arriviamo.
Ecco, solo per avvisare. |
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