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Irresistibile. Da Lucilla Santacilla (che già è tutto dire):
"La nostra società desidera offrire la seguente posizione: Assistant Manager. Questo è a tempo parziale, a casa a base di posizione. Non devi denaro e non speciale competenze per iniziare. Questo lavoro richiede solo poche ore durante la settimana ed è disponibili su tutto il territorio del suo paese. Puoi facilmente combinare con il tuo principale occupazione.
Se siete interessati e volete saperne di pių sulla nostra società e la posizione offerte, si prega di me una goccia di linea: italy@inax-trading.com.
Grazie.
Hanno un bel giorno." |
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Lo avessi chiesto alla mia schiena ancora una settimana fa, si
sarebbe rotolata dalle risate, e infatti non è che ci credessi
molto. Invece, ambiziosa (sul livello attuale di forma del titolare
qui) doppietta a segno: sabato in pista con Leonardo, domenica a
rispolverar le pelli, ché c'è da rimettersi in sesto
e tornare una volta per tutte a far qualcosa di buono. Non solo
per una questione lombare.
Punta Cialma non è certo nulla di che, ma da qualche parte
bisogna pur riprendere a far lavorare polmoni, legamenti e giunture.
E poi, una cima è sempre una cima.
E dunque, cima è stata. Adesso vediamo di (ri)cominciare
a (ri)spostare l'asticella in alto.
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Giovane leoncino...
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...e indòmito
papà!
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Poco sotto alla vetta...
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Punta Cialma
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Atterro a Warszawa avvolta da una fittissima bufera di neve, passo
dall'ufficio in Wiertnicza 126, pian piano la neve sta prendendo
e ricopre automobili, marciapiedi e giardini, un taxi mi porta all'Harenda,
è sera e cammino lungo la Nowy Świat ancora illuminata dalle
decorazioni natalizie, nelle orecchie ho i Guns N'Roses e c'è
anche un perché, risalgo la Chmielna, ceno al Klub Muzyczńy,
la finestra di camera mia si affaccia sulle luci della facciata
di Palazzo Staszic, è una mattinata di sole bellissima,
vento freddo, una nonna sgrida una bimba perché si sta rotolando
nella poca neve rimasta a terra, mi fermo ad un kiosk, dwa bilet
normalny, prendo il 180 e attraverso Warszawa tutta, approfitto
della pausa pranzo per fare un salto al Muzeum Katyńskie, giro fra
residuati di carri armati, Mig sovietici, rampe lanciamissili, elicotteri,
avanzi di trincee, postazioni radar ed altra chincaglieria del genere,
la neve e il freddo danno un tocco spettrale alla faccenda, mangio
un paio di hot dog alla stazione di servizio, il 180 mi riporta
in centro, ceno al messicano in Nowy Świat, risalgo Chmielna per
l'ultima volta, ripasso davanti al 10-30,
le luci sono spente, mi affaccio sulla Marszałkowska, giro per la
Jerozolimskie, do un ultimo sguardo in direzione di Sienna,
poi è tempo di tornare all'Harenda, non fa pių tanto
freddo, gente ancora in giro, Guns N'Roses sempre in cuffia, e c'è
anche un perché, penserò poi alla valigia.
Domani si parte. Non è da escludere che possa anche venirmi
da piangere per un istante, ma rimanga fra noi. Credo di aver detto
e fatto tutto.
Adesso sì, do widzenia Warszawa. Ci si sente.
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Quest'anno Orizzontintorno compirà cinque anni, che sul web
sono un'eternità, perlomeno sulla scala dell'evoluzione tecnologica
e del design. La to do list inesorabilmente si allunga in
modo inversamente proporzionale al mio tempo utile per stare al
passo, tempo che è ormai palesemente prossimo a zero. La
verità è che ormai gli unici aggiornamenti frequenti
fra queste pagine sono circoscritti al blog. Altrove, muffa e ragnatele.
Questo sito invecchia e la sua manutenzione richiede un effort
che, di fatto, non ho pių a disposizione. Epperò nel
cassetto ce ne sarebbero tante: l'archivio fotografico andrebbe
aggiornato: ho un anno di scatti in giro per l'Europa dell'Est abbandonati
dentro al mio hard disk, vorrei uno slide show, vorrei rivedere
il formato delle immagini e l'architettura del database; e poi,
ci sono pagine, sezioni e contenuti che non hanno pių ragion
d'essere ed altre che mi piacerebbe introdurre; e ancora, c'è
la mai risolta questione della traduzione in inglese, ferma pių
o meno a un terzo, e la portabilità su Mozilla, che zoppica
da sempre, e lo shop da rifare integralmente, e l'organizzazione
intera del file system che fa a pugni con gli aggregatori, e non
ricordo pių che altro ancora.
Così ho deciso: è arrivato il momento di piallare
tutto e cercare seriamente aiuto.
Nei dettagli, i filoni sono due.
Numero uno: questo sito ha da essere rifatto. Integralmente. Da
zero. Significa dimenticarsi la versione attuale e inventarsi una
nuova grafica, una nuova impaginazione, una nuova architettura e
nuovi strumenti di manutenzione delle pagine e dei contenuti che,
ovviamente, devono essere alla portata (gli strumenti, non i contenuti)
del caprone medio, a.k.a. il titolare qui.
Per rifare questo sito occorre dunque qualcuno che di grafica web
ne capisca bene, uno del mestiere che sia (ovviamente) bravo e soprattutto
che sia tecnicamente preparato ed aggiornato. Poi c'è bisogno
di qualcun altro che sotto alla grafica ci attacchi l'architettura
vera e propria: in altri termini la struttura delle pagine e dei
due database, quello che gestisce l'archivio fotografico e quello
che contiene il blog.
Sarebbe ovviamente preferibile che i due "qualcuno" fossero
la medesima persona, o almeno quasi.
Una volta messo in piedi il nuovo Orizzontintorno, c'è bisogno
di convertire i contenuti attuali e caricarglieli: è un lavoraccio,
c'è una botta di roba qua dentro. Quindi, strumenti semiautomatici
o, anche in questo caso, qualcuno di buona volontà e iniziativa.
Va realizzata anche una mini-interfaccia web che consenta, come
minimo, di aggiornare on-line il blog e l'archivio fotografico direttamente
attraverso il browser, pių o meno come già accade
per la versione attuale di Orizzontintorno.
Non ultimo, il lavoro non dovrebbe andare avanti per mesi e mesi
senza vedere una fine, altrimenti il nuovo sito nasce già
vecchio. In altre parole, bisognerebbe che chi dovesse decidere
di metterci le mani pensi di uscirne in, mah, diciamo quattro-sei
mesi al massimo? Comunque, accordarsi fin dall'inizio su tempi pių
o meno ragionevoli.
Per tutto questo c'è a disposizione un po' di budget. "Un
po' di budget" è probabilmente meno di quello che state
pensando, sicuramente meno di quello che varrebbe davvero la realizzazione
di un sito professionale, ma Orizzontintorno rimane quel che è,
un hobby, e quindi chiunque sia interessato alla faccenda un po'
mecenate e tifoso di questo sito deve essere. E' anche vero, comunque,
che Orizzontintorno cuba attorno ai cinquantamila visitatori unici
all'anno: certo niente di particolarmente eclatante, ma un minimo
minimo di pubblicità in cambio ve la porta, oltre al fatto,
naturalmente, che lavorando a mia volta nel settore IT, io stesso
sono un discreto veicolo per il passa parola (un uomo-sandwich,
insomma).
E dunque: se a qualcuno di voi interessa anche solo approfondire
la questione ed entrare maggiormente nei dettagli, l'indirizzo a
cui scrivere è qua sotto. Oppure lasciate un recapito e-mail
nei commenti.
Numero due: la traduzione in inglese di questo sito andrebbe completata.
In questo caso si cercano proprio volontari. Non uno, ma dieci,
cento, mille. Fate conto che sia una campagna globale, tipo: vuoi
comparire su Orizzontintorno? Sì, lo so, non è
un granché come motivazione, anzi, ma non ho di meglio. Comunque,
per dire: ci traduci una pagina? Ti ringraziamo sul blog. Ne traduci
dieci? Scolpiamo il tuo nome nella (nuova?) pagina dei credits.
Ne traduci cinquanta? Ci mettiamo anche la tua foto e ti offriamo
un aperitivo. Ne traduci cento o un'intera sezione del sito? Beh,
caso mai parliamone: vediamo di far saltare fuori un piccolo budget
anche per te, però davvero piccolo, pių piccolo di
quello citato sopra (oltre, naturalmente, al tuo nome scolpito,
alla foto, all'aperitivo, ecc).
Post scriptum, il blog non è oggetto di traduzione, tutto il resto sì.
Insomma, se volete darci seriamente una mano, scrivetemi a carlo
punto paschetto chiocciola gmail punto com, oppure lasciate un vostro
indirizzo e-mail nei commenti. E parliamone. |
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Accade che Alitalia sia ormai totalmente allo sbando e questo, vabbè,
non è una novità. La novità, per quanto mi riguarda,
è che quello sbandamento stia iniziando a tradursi in follia
e ad incidere pesantemente sul mio portafogli.
I fatti: dovevo partire per Varsavia ieri, 8 gennaio,
ma essendo immobilizzato a letto ho telefonato al call center il 7
mattina, ampiamente nei termini previsti dalla tariffa del mio biglietto,
per modificare la prenotazione. L'operatore mi conferma al telefono
che è tutto ok, nuova data di partenza il 14 gennaio, ritorno
il 17. Mi conferma anche che mi verrà addebitata la penale
prevista (50 euro) sulla carta di credito e che nei giorni seguenti
mi arriverà la solita e-mail.
Oggi, due giorni dopo, non essendo arrivata l'e-mail di cui sopra
(come, peraltro, avviene con una certa consuetudine quando si ha a
che fare con Alitalia), avendo solo da stare sul divano a girarmi
i pollici, decido casualmente di fare un po' il pignolino e di telefonare
al call center per chiedere conto della mia e-mail di conferma. Altre
volte sarei andato dritto al check-in senza minimamente preoccuparmi,
come già successo in passato.
Scopro invece così che non c'è mai stato alcun cambio
di prenotazione. E non solo.
Poiché secondo la prenotazione originaria sarei dovuto partire
ieri, ad Alitalia risulta un bel no-show, che per i non addetti
si traduce nella perdita della prenotazione per il ritorno e del biglietto
intero, almeno su alcune fasce tariffarie, nelle quali ovviamente
ricade il mio biglietto. Secondo la sfortunata operatrice alla quale
càpita la disgrazia di prendere la mia chiamata, dovrei dunque fare
un upgrade della tariffa - praticamente pagare il biglietto
il doppio del prezzo iniziale - oppure cancellarlo e farne uno nuovo.
Non me la mangio al telefono solo perché è evidente
che la poveretta non c'entra nulla, e non mi perdo d'animo.
Forte dell'appartenenza all'olimpo dei frequent flyer, il nuovo
e già leggendario Club Freccia Alata Plus - del quale peraltro
Alitalia non mi ha mai la mandato la tessera nonostante abbia sfondato
il migliaggio necessario da mesi ed abbia sollecitato almeno quattro
volte - forte di ciò, dicevo, tento la solita soluzione all'italiana:
chiamo il mitico numero riservatissimo e faccio presente alla tipa
che mi risponde che sto per scrivere al Corriere della Sera, all'amministratore
delegato di Alitalia e al Papa per far loro presente la mia lievissima
irritazione.
Nulla da fare: nemmeno fossi Mr. Alitalia in persona. Devo fare
un nuovo biglietto e salutare i soldi di quello vecchio. Alitalia non può
fare niente: a loro non risulta alcuna richiesta di cambiamento della
prenotazione, solo un no-show d'ordinanza.
Ora: posso augurarmi che Alitalia sprofondi in una miseria ancor pių
nera di quella in cui già si trova, che se la compri Air Uganda
e che la metta per intero dentro al pentolone dei riti satanici?
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[Update 10/1/2008: ieri ho scritto al Corriere della Sera e poi ho mandato la lettera in copia via fax ad Alitalia, ufficio relazioni con la clientela.
E' così che è accaduto il miracolo: oggi mi hanno telefonato da Alitalia, mi hanno fatto le scuse, hanno promesso di segnalare l'accaduto al call center e di farmi (probabilmente) richiamare per appianare la faccenda.
Scuse accettate e, devo dire, per una volta Alitalia mi ha stupito al rovescio. Ma la domanda sorge spontanea: se non fossi stato socio Freccia Alata e/o se non avessi prima scritto al Corriere, sarebbe accaduto lo stesso?
Update reloaded: telefono bollente. Mi ha chiamato la responsabile delle relazioni con la clientela, la responsabile del call center Alitalia e una ragazza dell'amministrazione. Biglietto interamente rimborsato.] |
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Schienato da due giorni, orizzontale. Mi godo 2001, Odissea nello
spazio in digitale a 32". Leonardo accanto a me, quattro
anni fra pochi giorni.
Leonardo: "Papà, ma dove sono
quei signori, e perché hanno il casco?"
Papà: "Sono sulla Luna, Leonardo, e hanno il casco
perché sulla Luna non c'è l'aria e gli serve per respirare."
L: "Uhm... ma no papà, guarda,
la Luna si vede..."
P: "No, Leonardo, quella non è la Luna, è
il Mondo... è un po' difficile da spiegare: noi siamo sul
Mondo e vediamo la Luna, quei signori sono sulla Luna e vedono il
Mondo dove siamo noi."
L: "..."
P: "..."
L: "Ma papà, perché
adesso camminano sul soffitto?"
P: "Perché nello spazio non è come qui, Leonardo.
Qui le cose cadono per terra e noi camminiamo sul pavimento, nello
spazio invece si può camminare anche sui muri e sul soffitto,
e le cose volano..."
L: "..."
P: "..."
L: "Papà, ma quell'astronave
va pianissimo!"
P: "No Leonardo, sembra che vada piano perché non
ci sono punti di riferimento, cioè, non puoi vedere che sta
andando forte e quindi..."
L: "Ma papà, papà, come
fa quel signore a volare?"
P: "Perché è nello spazio Leonardo, e nello
spazio le cose non cadono, te l'ho detto, o meglio in realtà
cadono sì, ma ecco, è un po' difficile da spiegare
e...."
L: "Ma papà, si può
anche dormire su un'astronave? E perché quel signore mangia
i colori per dipingere? E perché..."
(sob, continua?) |
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Quest'anno la concorrenza si è fatta agguerrita. Neanche
il tempo di lasciare il segno che solo poche ore dopo, attorno al
nostro, sono apparsi anche un cane di neve e un altro pupazzo pių
grande e con il cappello. Ma la carota d'ordinanza ce l'avevamo solo
noi, e poi siamo stati i primi.
Sì, lo so: al solito ci siamo dimenticati i bottoni, la sciarpa
e la scopa. Intanto c'è da dire che reperire pezzettini di
carbone non è che sia così facile. Poi, osservate bene:
questo ha i capelli e le dita delle mani. Quindi finitela di fare
i pignoli.
E comunque secondo me abbiamo
fatto progressi.
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Tre piste blu, due rosse, tre skilift e due seggiovie: in totale, un pomeridiano
completo. Il giorno pių bello della mia esistenza si chiude così
(*) e, a pensarci, nel cassetto dei sogni di una vita in effetti ne avevo in coda uno in pių. Immagino che da qualche parte persino il bisnonno Arnaldo, istruttore degli Alpini negli anni '30, stia sorridendo.
Adesso mi manca solo di insegnargli che esiste un mondo senza impianti,
vellutato di neve fonda polverosa, aria sottile e silenzio (ecco,
magari aspetto a dirglielo che però lì si sale solo
con le proprie gambe... :-)
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Battesimo degli sci
per Leonardo
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Sassolungo e Sassopiatto
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(*) E con un bel mal di schiena, ché
non vi crederete mica che sia facile passare un pomeriggio a sciare
all'indietro piegati a novanta gradi per afferrare il piccolo proiettile,
tipo portiere che deve parare il rigore... |
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