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Da domani e per tutto il weekend il tenutario di questo blog si trasferisce qui.
Doveste essere in zona, se vi va, fate un fischio per una birra (e qualche proiezione o convegno) in compagnia. |
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TAG: festival, internazionale, ferrara |
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Davanti all'autogrill di Cigliano, lungo la carreggiata nord della A4, dove mi fermo quasi ogni mattina per la (seconda) colazione, c'è questa cascina - Cascina Verdella credo si chiami, o comunque si chiama così la località immediatamente lì vicino, e insomma è qui.
Dietro i tetti spunta la cima del Monte Rosa: viaggiando da Milano verso Torino è praticamente l'ultimo punto da cui è visibile, prima che scompaia nascosto dai primi rilievi della Valle d'Aosta e dopo averlo avuto a destra per quasi cento chilometri in tutta la sua estensione, con la parete est in primo piano.
In giornate come quella di oggi è uno spettacolo straordinario, himalayano.
Col passare dei giorni mi sono affezionato a questa cascina. Parcheggio proprio davanti e, prima di andare a farmi il solito caffè e brioche, me ne sto un po' lì a guardarla. Qualche volta ne approfitto anche per schiacciare un sonnellino di un quarto d'ora e riprendermi un attimo dalla paurosveglia di un paio d'ore prima.
E' un luogo di una tranquillità estrema, nonostante sia praticamente in mezzo all'autostrada: l'autogrill di Cigliano è l'ultimo prima della barriera di Torino, piccolo e poco frequentato, così ti sembra quasi silenzioso.
Ho fotografato questa cascina quasi ogni giorno, da quando ho iniziato a fare avanti e indietro quotidianamente fra Milano e Torino. C'è una luce stupenda queste mattine presto di inizio autunno, con la prima neve ad imbiancare le cime più alte tutto attorno. Non si vede, ma il panorama, qui, abbraccia tutto l'arco alpino, dal Monviso alle Alpi orobiche. Un piccolo assaggio lo avete cliccando sulla foto.
E insomma, dovessi immaginarmi un posto dove vivere, questi giorni, mi immagino questo. Con il Monte Rosa che spunta e l'orizzonte semicircolare delle Alpi alle mie spalle, il vuoto (apparentemente) infinito della Pianura Padana davanti e il nastro dell'autostrada ad un chilometro da me, sufficientemente lontano da non avvertirne il rumore di fondo, ma abbastanza vicino da costituire una via di fuga sempre a portata di mano.
Così mi sono innamorato di questa immagine.
Cascina Verdella, o giù di lì |
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TAG: cascina verdella, pianura padana, buen retiro |
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Posso anche, a fatica, sopportare di vivere in un Paese sull'orlo dell'abisso, e persino far finta di ignorare che Michela Vittoria Brambilla ricopra un qualunque ruolo istituzionale, finché non leggo questo.
Poi mi consolo immaginandomi Steve Jobs che, chiedendosi who the fuck sia Michela Vittoria Brambilla, la googli sul suo iPad. |
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E così, come promesso, abbiamo sdoganato alla faccia del tutto esaurito.
Annotazioni a caldo, in uscita:
Bambina seduta nella fila davanti alla nostra, prima dell'inizio dello spettacolo: "Ma è in 3D?"
Carola, nel corso del secondo tempo: "Ma papà... ma... sono veri? Hanno la pelle come noi?"
Carola, in mezzo a Super trouper (che lei chiama Ciuppa ciuppa), storicamente una delle sue preferite: "Papà, gli chiediamo se quando hanno finito la rifanno?"
Carola, in mezzo a Dancing queen: "Papà, quando torniamo a casa ci vestiamo anche io, te e Leonardo da spaziali come loro e la balliamo anche noi? Io voglio essere quella vestita di arancione, tu sei quella gialla e Leonardo quella rossa."
(Leonardo non ha fatto osservazioni, è più o meno sempre stato troppo impegnato a battere le mani a tempo con il pubblico).
La riedizione in italiano è innegabilmente al di sopra di quanto mi aspettassi: ottimo lavoro di Stefano d'Orazio, al netto di Take a chance on me e Knowing me, knowing you, che ne escono massacrate senza appello. E poi della prima ti aspetti una grande interpretazione corale, e invece il duetto l'ammazza.
Bravi, molto bravi, quasi tutti. Coreografie corali, regia e luci, tutto perfetto. Standing ovation per Chiara Noschese, anche se le sfugge una curiosa e strana calata toscana, che non ho capito se è voluta (è milanese) e se, tutto sommato, ci stia o meno.
Nessuno dei tre protagonisti maschili mi è invece parso all'altezza, soprattutto nel cantato e perlomeno a confronto con la statura delle protagonisti femminili, tutte notevoli. Particolarmente fuori misura ho trovato Roberto Andrioli. O forse è il mio orecchio.
Travolgenti - coreografia, orchestra, interpretazione, regia - Gimme! Gimme! Gimme, Voulez-vous, Under attack, Does your mother know?
Reggono bene la versione italiana Mamma mia!, Dancing queen, Money, money, money e Honey honey.
Pubblico assai entusiasta e coinvolto. Per dire, finale tutti in piedi a ballare gli Abba, parecchia gente (e bambini) sotto al palco. Mai visto nulla di simile in un teatro, nemmeno per un musical.
Insomma, noi ci siamo divertiti parecchio e siamo usciti piuttosto felici.
(Se trovate i biglietti) date retta e sdoganate anche voi.
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TAG: abba, mamma mia |
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