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Trascorrere la nottata sotto ai piumoni tirolesi, svegliarsi alle otto invece che alle sei per andare al lavoro, aprire le finestre e, invece della nebbia, vedere questo:
Poi uscire, farsi avvolgere dall'aria frizzante che scende dalle montagne e scivola sulla superficie immobile del lago, parcheggiare davanti al porticciolo, attraversare i vicoli completamente deserti del centro, entrare in un bar e farsi un caffè. |
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TAG: riva del garda, lavoro |
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Frattini. Alfano. Rotondi. Romani. Bondi. La Russa. Santanché. Carfagna. Gelmini. Calderoli. Bossi. Bonaiuti. Ravetto. Brunetta. Brambilla. Poi comunque anche Cicchitto. Gasparri. De Girolamo. Capezzone. (Chi dimentico?).
E voi state a pensare (solo) a Berlusconi.
[Ho aperto una nuova categoria sotto alla quale raccogliere tutti i post nei quali mi sono occupato di politica e mi sono così accorto che sono molti più di quanto credessi e sicuramente di quanto avessi intenzione di fare il giorno in cui ho pensato di aprire un blog. Immagino che dovrei trarne qualche conclusione sull'inarrestabile avanzare dell'età e sul declino di quella che credevo essere una mia inossidabile posizione terzista.] |
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TAG: berlusconi, politica, governo, italia |
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L'ho evocato l'altro giorno ed eccolo lì: Philippe Daverio, nel corso del suo programma Emporio Daverio in onda su Rai5, mi serve sul piatto uno speciale su Biella, il biellese, i lanifici del biellese, lo shopping negli outlet del biellese, la campagna del biellese, le montagne del biellese, i ristoranti del biellese (imperdibile la cena di Daverio & soci all'Osteria dell'Oca Bianca di Cavaglià), i castelli del biellese, le cascine del biellese e i pastori del biellese. Non mancano naturalmente una lunga panoramica sul Piazzo e su Palazzo La Marmora (che io ho fotografato dall'esterno, ma nel quale non sono potuto entrare), ed una gita al santuario di Oropa.
Verifico con soddisfazione che le riprese del cameraman sono a tratti identiche alle mie foto, persino nelle luci e nei particolari, dalla luna piena dietro allo stesso campanile del Piazzo alla foschia del tramonto sulle colline attorno a Biella, inquadrate esattamente come nei miei scatti.
Emporio Daverio, che ormai è una delle mie trasmissioni preferite in assoluto, è di fatto una versione professionale e bellissima del Progetto 110. Da collezionare.
E dunque la preghiera scatta automatica: Philippe, per favore, portami con te e rivoluziona la mia esistenza quotidiana. |
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TAG: biella, philippe daverio, emporio daverio, rai5 |
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E così una domenica di metà inverno te ne vai a Biella, ché è l'unico capoluogo che ti manca per completare l'album del Piemonte, e non è che uno da Biella passa per caso, ché se aspetti di passarci per caso, da Biella, può anche essere che una vita intera non ti basti, a meno che tu non abbia a che fare con la lana, s'intende, ché Biella è famosa per quello, ché la filiera mondiale del tessile settore lana, com'è come non è, sembra far capo tutta a Biella, tant'è che man mano che ti avvicini a Biella attorno a te si materializzano all'improvviso dozzine di lanifici e di outlet, c'è persino la Facis, non so se mi spiego, ma ve la ricordate la Facis, esiste ancora la Facis, e insomma, se vai a Biella ci sbatti contro alla Facis, e non solo a quella, e comunque tutto questo per dire che non ce n'è, se della lana non te ne frega nulla l'unica è prendere ed andarci apposta a Biella, che altro che Rovigo, per dire.
E così una domenica di metà inverno te ne vai a Biella e siccome è metà inverno, e non so se hai presente dov'è Biella, t'immagini che a Biella i casi sono due, o diluvia di bestia o minimo minimo ci sarà una nebbia che invece dei fendinebbia c'avrai bisogno della motosega per aprirti un varco, e così non è che ti meravigli più di tanto quando esci dall'autostrada a Carisio (dove peraltro vent'anni fa presi un autovelox da vere carogne, una domenica mattina alle sei, limite superato di sette chilometri orari, capisci bene che), esci a Carisio, dicevo, dopo settanta chilometri di nebbia e null'altro, e inforchi la bretella per Biella, perché da Biella col cavolo che ci passa l'autostrada, e davanti a te il panorama, per altri trenta chilometri, è questo:
E insomma, pensi che quello che ha inventato il navigatore era uno di Biella, ché gli serviva per tornare a casa le sere d'inverno, ché altrimenti colcazzo che la ritrovava Biella ogni volta che se ne allontanava, e mentre la situazione va peggiorando sempre più, ché in confronto quella della foto è una splendida giornata di Scirocco sulle Alpi, e poco a poco ti ritrovi a procedere a velocità prossima a quella di un gasteropode terrestre, tipo la sera di capodanno del 1987, quando brancolavi lungo la Paullese con il finestrino aperto nel tentativo di seguire la linea di mezzeria, e alla fine avevi rinunciato e avevi fatto scendere la tipa per farla camminare davanti alla macchina in modo da poterla seguire, e sì, durò ancora un bel po' dopo, con la tipa, nonostante questo, solo che poi io me ne andai in Patagonia, sta di fatto che man mano che ti avvicini a Biella il tuo umore assorbe il colore del panorama attorno, ed ecco che non ti accorgi che in realtà la statale 230 sta salendo, leggermente, poco a poco, a te pare tutta dritta e piatta, ma in realtà sale, sale quel tanto che basta perché all'improvviso, cento metri prima di trovarti davanti al cartello Biella, accada il miracolo, ché tu puoi anche essere agnostico fin che vuoi e iscritto al Cicap, ma la verità è che quindici minuti dopo aver scattato la foto di cui sopra a te, miracolato, appaiono, nell'ordine, un'incredibile corona di montagne innevate e, proprio ai loro piedi, Biella:
Sì, vabbè, la foto l'ho scattata più tardi dalla funicolare del Piazzo, ché lipperlì stavo guidando e non è che potessi mettermi a riprendere l'apparizione dell'Himalaya biellese in mezzo al traffico fra una rotonda e l'altra, ma insomma, la luce quella era.
Dirò di più. Sapete che c'è? Mica male, Biella. Altro che Rovigo, e non parliamo poi di Vercelli ed Alessandria, volendo rimanere in Piemonte.
Che poi pare che io, a Biella, abbia addirittura le radici. Ché è vero che noialtri semu zeneixi da non so quante generazioni (de Sampedena, mia, che viätri da Föxe chi ve salva son quelli de Boccadäse che son ciû tarlûcchi de viätri), ma è anche vero che mio padre mi ha sempre detto che i Paschetto vengon da Biella, originariamente, per cui sarà che mi porto appresso un certo campanilismo genetico inconscio.
E insomma, a Biella piazza del duomo c'è, il duomo c'è ed è persino aperto. Par pure essere - cito Wikipedia, naturalmente - un capolavoro di trompe-l'oeil, che adesso mi ci riempio la bocca e la meno a tutti, così sembro come Philippe Daverio, che io lo amo Daverio e ultimamente sono totally addicted ai suoi programmi su Rai5, non fosse altro perché è ormai l'unico canale che riesco a prendere.
Comunque a Biella, per dire che siete stati davvero a Biella, non vi basta andare (solo) al Duomo: d'obbligo prendere la funicolare e salire al Piazzo, l'antico centro storico che sorge sopraelevato a ridosso delle colline, dal quale potrete godere del panorama sulla città intera e sulla pianura sommersa dalla nebbia.
E poiché le funicolari ci sono anche a Genova, dev'esser perlomeno vero che fra genovesi e biellesi ci s'intende.
Biella, Cattedrale di Santo Stefano (duomo) |
Biella, Porta della Torrazza |
Biella, per le vie del Piazzo |
Comunque, a parte tutto, diciamocelo: in un'oretta Biella te la sei bell'e che fatta, volendo. E siccome la giornata ci ha miracolati e il tramonto promette un gran bene, val pure la pena fare un salto al santuario di Oropa, dove ricordo di essere stato da bambino con i nonni. Si parla perlomeno di quarant'anni fa, suppergiù.
Ad Oropa c'è la neve, tira un certo venticello artico anzichenò e col calar del buio le montagne s'accendono di una straordinaria luce fosforescente grazie ad una splendida luna gelida
Tipo che, come potete ben immaginarvi se frequentate queste pagine da tempo, all'improvviso mi sento a casa e potrei anche non scender mai più a valle, men che meno laggiù in quel mare di nebbia che riflette la luce della luna verso l'alto.
Sta di fatto che io, a Biella, tornando da Oropa, ci ho pure cenato e son persino andato al cinema a vedermi Hereafter, che è una minchiata uscita dalla penna di uno che all'improvviso si sente la vecchiaia addosso e si fa i film - nel senso delle seghe mentali - sull'aldilà, e non il film - nel senso della pellicola - di uno capace di infilare capolavori come Bird, Gli spietati, Mystic river e Million dollar baby.
Solo per dire, questo, che io a Biella ci son stato davvero. Altro che Rovigo. |
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TAG: Biella, Oropa, Santuario |
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A proposito del vaso giungla, leggo ora su Wikipedia:
"Pianta erbacea e perenne, [...], radici fibrose emananti uno sgradevole e penetrante odore; in condizioni ottimali può raggiungere altezze superiori al metro."
Adesso sono davvero preoccupato. Forse non è stata una buona idea.
[Update: mannò, mi sa la che mia valeriana è questa. Belìn, non ci capisco davvero un tubo, io, di piante.] |
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TAG: valeriana, botanica, giardinaggio |
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Aggiornamento. Gli abitanti del vaso giungla hanno ormai scavalcato la recinzione e sono partiti alla conquista del terrazzo. Io li ignoro da settimane e settimane confidando sui rigori dell'inverno, ma evidentemente la natura può tranquillamente fare a meno delle mie cure. Mi dicono che presto potrebbero addirittura fiorire e che con i fiori posso pure farci le tisane.
A me il vaso giungla fa sempre più paura, non so come fermarlo.
Il vero evento è però due vasi più a destra. Dalla nuda terra sono all'improvviso sbucati due cosi.
Essi, dunque, vivono, per davvero. Senza peraltro che io me ne sia mai occupato, dal momento in cui ho interrato quelle specie di cipolle.
No, non lo so cosa siano. E' uno dei vasi senza cartellino. Speriamo non mordano.
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TAG: giardinaggio, fiori, piante |
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