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Altro intervento al volo, in ordine ormai totalmente sparso rispetto alla cronologia effettiva di questo viaggio e complice la difficoltà di connettersi ad internet che mi sta perseguitando da quando sono quaggiù, solo per segnalare che ho caricato i filmati girati sul canale di Panama: una delle esperienze più emozionanti che abbia vissuto in giro per il mondo.
Questi video sono stati registrati nel mio itinerario via terra lungo il percorso del canale. Ora di corsa su un taxi verso il "Flamenco Island Marina, Amador Causeway", per imbarcarsi e ripercorrere il canale, questa volta in navigazione! |
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TAG: panama, canale di panama |
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Sono indietrissimo, vi devo almeno un paio di puntate sulle Hawaii e, quel che è peggio, in realtà la traversata del Pacifico è già completata e sono appena rientrato da una giornata memorabile sul canale di Panama, per oggi visto da terra, domani in navigazione.
Un altro mondo insomma, un altro viaggio, un'altra vita. E a parte le solite centinaia di foto accumulate in una delle giornate più straordinarie della mia carriera di viaggiatore, ho pure da mettere in linea i filmati girati sul treno che attraversa l'istmo e la giungla panamense, seguendo proprio il canale passo a passo, e il passaggio delle grandi navi container dalle chiuse del Gatùn, le più grandi del mondo.
Insomma, scatoloni di roba. E siccome è troppa, allora no.
Come intermezzo e riempitivo vi beccate un brevissimo flash sullo stop over di ieri (ieri? Mah, forse, comunque sul fuso dell'America orientale), dieci ore ad Atlanta, amena città della Georgia del sud, di popolazione prevalentemente nera, nota al mondo esterno solo per due cose: la CNN e, soprattutto, la Coca Cola, che quaggiù (lassù, perché adesso, appunto, sono più giù) (e di nuovo un fuso orario indietro) (dicevo...) che lassù è un po' come il Chanti in Toscana.
Solo che al Chianti mica gli han dedicato il Coca Cola world, dove si fa la fila per partecipare ad un misterioso tour, molto gettonato e consigliato a quanto pare, al quale però io non mi sono unito, nonostante il consiglio dell'amico Massimo(ko), un po' perché completamento fatto dal jet-lag del Pacifico occidentale e dalle relative nove ore di volo, ma soprattutto perché già provato dall'analogo tour negli studi della CNN, dove sono stato plagiato e convinto a fare quel che più sotto potete purtroppo vedere.
Detto ciò, fine di Atlanta, nuovo imbarco, volo sui Caraibi e atterraggio a Panama City.
Ma di questo ne parliamo più avanti. E prima ancora devo finire con le Hawaii.
Stay tuned, insomma, che più tardi metto su almeno i filmati, se riesco.
Se ti fermi ad Atlanta non puoi farne a meno... |
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TAG: atlanta, cnn |
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Ho appunti scritti e note non scritte che cerco di recuperare con la memoria, istantanee che ho via via immagazzinato da qualche parte senza un foglio e una matita a portata di mano, confidando di riuscir poi lo stesso a rimettere insieme i frammenti, e invece no, dimentico le cose, se non me le scrivo da qualche parte.
Così volevo iniziare dall'oceano e da quel senso di abbandono totale che a tratti si prova quaggiù, a centoottanta meridiani esatti da voi, ché questo, in qualche modo e tutto sommato, è il luogo più remoto nel quale io sia mai stato, per quanti luoghi remoti - isole oceaniche e deserti - io abbia visitato in passato: da qui non c'è null'altro che oceano, ovunque, per molte ore attorno, in qualunque direzione si volga lo sguardo. Otto ore di oceano dalle coste d'oriente, cinque da quelle d'occidente, e almeno altrettante da quelle della terraferma più vicina nel Pacifico del sud. Acqua infinita, intorno.
Ma poi uno spicchio d'oceano l'ho già anticipato i giorni scorsi e allora, per paradosso, inizio invece dall'estremo opposto, dalla terraferma, e da quanto di più lontano ci possa essere da quel senso di isolamento, seguendo peraltro anche l'ordine naturale con il quale io stesso ho via via scoperto O'ahu, isola principale delle Hawaii, credo seconda o terza per ordine di grandezza fra quelle dell'arcipelago, ma prima per densità di popolazione e di civilizzazione. Qui si trova Honolulu, qui si trovano le spiagge e gli hotel mondani di Waikiki, qui è la vita. Se è questo quel che cercate.
Io no, ma questo è quel che più o meno mi aspettavo da un viaggio alle Hawaii.
(In parte) sbagliavo. Del resto, si può non amare un posto che a tratti sembra Los Angeles, ma dove per strada è normale incrociare gente scalza che gira così, magari tornando in ufficio dopo la pausa pranzo?
Un posto dove da un viale a sei corsie, talvolta trafficato come Corso Buenos Aires a Milano, mentre sei fermo a un semaforo che aspetti di attraversare, puoi scattare una foto così all'altro lato della strada?
Kuhio beach park, Waikiki - O'ahu, Hawaii |
Un posto dove la polizia gira in mountain bike (e no, non ce l'ho una foto) e dove gli unici tipi di calzature ammessi ed usati sono le ciabatte e i sandali? Al massimo le sneakers, se proprio devi.
Un posto dove nessuno, ragazzo o adulto che sia, gira senza la sua tavola da surf sotto al braccio e spesso, se è giovane, lo fa cavalcando uno skateboard per muoversi più rapidamente nel traffico. Se è adulto si muove più probabilmente con un pick-up di dimensioni marziane che consuma come una portaerei, e di surf ne carica nel cassone almeno tre o quattro.
Perfino i pompieri - giuro - sul camion d'ordinanza portano appese le loro tavole gialle a fianco della scala. Che possa capitare di dover intervenire anche fra le onde in mezzo al mare?
Ci tornerò i prossimi giorni sui surfisti, oltre all'assaggio che vi ho già dato. Ho foto meravigliose, ma datemi tempo.
In questo posto l'universale succo d'arancia è stato definitivamente sostituito dal succo d'ananas. Succo d'ananas a colazione e ananas in qualunque piatto, carne o pesce che sia. Piantagioni d'ananas a perdita d'occhio. Se non amate l'ananas forse le Hawaii non sono il vostro posto.
E poi, sì: alle Hawaii la camicia hawaiana ce l'han tutti. Si chiama - guarda un po' - aloha shirt. Alla fine ho ceduto e me la son comprata anche io.
Alle Hawaii le donne girano tutte con i fiori infilati fra i capelli e le collane di fiori, sì, esistono davvero e le vendono pure in tutti i negozi ed ABC store, che qui van per la maggiore. Anche gli ukulele peraltro son venduti ovunque.
E infine, se son tatuati può essere che siano hawaiani, ma di certo se non son tatuati non sono hawaiani.
Mi son perso come al solito: parlavo di iniziare da quanto di più lontano possa esserci, qui, dal senso di isolamento totale che in realtà sarebbe normale avvertire vivendo a seimila chilometri di oceano da qualunque terraferma.
Waikiki è il centro della movida di Honolulu. Fate conto la Montecarlo locale. Con la capitale monegasca condivide parecchie cose, a partire dalla fila di grattacieli, hotel di lusso, negozi di prestigio (c'è pure un Ferrari store, con tanto di formula uno in vetrina), locali notturni e denaro che scorre a fiumi di mano in mano...
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TAG: hawaii, honolulu, waikiki |
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Sempre in tema di Lost, e tanto per scremare un po' di fotografie e far contenti i fan dei naufraghi (sia chiaro, questa è stata una missione speciale innanzitutto anche per me!), ecco qua la spiaggia dove si è schiantato il volo Oceanic 815 e dove sono state girate quasi tutte le puntate della prima stagione.
C'è anche il campo degli Altri: è così vero e così deserto che, giuro, per un po' mi son guardato attorno col timore che mi piombasse addosso il fumo nero.
La località esatta è presso il Mokule'ia Beach Park, North Shore O'ahu, subito dopo il Dillingham Airfield. Una panoramica degli altri luoghi di O'ahu dove è stata girata la serie si può anche trovare qui.
La spiaggia dei naufraghi di Lost |
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Siccome latito con un po' con le foto e con il travel log, Twitter a parte (ma è che ho le giornate talmente piene, tipo sveglia alle sette e in giro già alle nove del mattino, fino a sera, che quando rientro in albergo dopo cena mi addormento secco appena vedo il letto), ho girato qualche video col telefonino tanto per fissare alcuni momenti particolari al di là delle mie note scritte e delle immagini che andranno a riempire il database.
Di fotografie, così ad occhio, ne ho già messe in archivio un migliaio. Temo che per fare un po' di selezione mi ci vorrà tempo. E poi devo metter ordine fra gli appunti per buttar giù qualche nota anche qua sul blog, come di consueto.
Magari provo dopodomani sera in aereo verso Atlanta.
Quel che posso dire, per ora, è che questo viaggio sta andando oltre ogni aspettativa. E che - al solito - un po' di cuore ad O'ahu ce lo lascerò.
Aloha! |
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