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Dunque, sono infine riuscito ad andare a vederlo, nonostante a tradimento abbiano anticipato la data inizialmente programmata.
Avrei voluto scriverne a caldo, perché a distanza di una decina di giorni ho consolidato ogni emozione e così che volete che vi dica? E' stato senza dubbio alcuno, e fuor di retorica, lo show più straordinario al quale abbia mai assistito. Meraviglioso, e altre parole non ho.
Del resto, che secondo me The wall sia una inimitabile pietra miliare, a prescindere dal mio vecchissimo e solido amore per i Pink Floyd, non è una novità.
Ha quasi settant'anni Waters e riesce a commuoverti mentre si esibisce da solo davanti al muro, la band dietro ai mattoni: paradosso curioso, a pensarci, conoscendo la storia dello show.
Un solo, inevitabile, rammarico: ché, per quanto siano tutti senza dubbio all'altezza, mentre vieni trascinato via dalle note di Comfortably numb non puoi fare a meno di pensare che ci vorresti Gilmour, lassù in cima al muro.
E ci vorresti Mason a picchiare il tempo.
E ci avresti voluto Wright ad ammorbidire e ad avvolgerti.
Per cui, alla fine, le luci si spengono ed esci con la sensazione appiccicata addosso che, tant'è, qualcosa ti sia mancato. Il brivido ultimo.
Null'altro da dire. Troppo coinvolto anche solo per provare a filmarne qualche parte in maniera decente. Ho messo comunque qualcosa qui, giusto ad onor di cronaca.
Io c'ero. E, dovessi proprio dirvi, partirei domani per l'altro capo del mondo per poterlo rivedere.
Poi ti vien da pensare a quei sessantamila pischelli che han riempito San Siro l'altra sera per vedere i Take That e capisci che il muro, ormai, lo hai tirato su pure tu.
Roger Waters' The Wall live show, Forum di Assago (MI) - 3 luglio 2011 |
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TAG: roger waters, the wall, pink floyd |
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