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Il fatto che siano western lo sostiene in verità il titolo della Lonely Planet, perché a me pare che a oriente di dove stiamo noi non ci siano altre catene montuose balcaniche: al massimo, così ad occhio, l'Olimpo, ma vabbè.
Se teniamo poi conto che in un giorno e mezzo a Tirana le due qua sotto sono probabilmente le migliori foto che ho scattato e che fino a settantadue ore fa ero in mezzo all'Oceano Atlantico, ecco, qualche problema di orientamento - o di schizofrenia, se preferite - può in effetti essere che lo avverta.
Comunque oggi ho guidato nel traffico di Tirana la nostra cariola albanese qua immortalata. Che no, non è quella che avevo prenotato (e pagato) un mese fa: era previsto che almeno un paio di trolley, nel bagagliaio, ci stessero. In questa no, anzi, per la verità a questa il baule nemmeno si apre, pare. L'auto che avevo prenotato, dicono, ha avuto qualche problema ed è tutto un casino, Carlo.
Dicono proprio così: è un casino, Carlo. Perché in Albania parlano tutti perfettamente italiano (dandoti del tu, o del vecchio pirla, se gli sei abbastanza in confidenza), per cui attento a fare battute cretine in giro per strada.
E insomma, un navigatore non lo abbiamo. Cartelli non ce ne sono e se ce ne sono non c'è scritto quel che noi pensiamo dovrebbe esserci scritto. Del resto noi la chiamiamo Albania, loro Sqhiperia, dunque vedete un po' voi.
Del resto di qua, domani mattina, dobbiamo cercare di andarcene imboccando la direzione giusta, ché dobbiamo fare rotta per Skopje, Macedonia.
Del resto questa è la parte facile di questo quick tour balcanico che mi porterà a concludere l'album di tutti i Paesi europei, a meno della sola Islanda, ché da domani cambiamo anche alfabeto e guidare in cirillico nel traffico balcanico, effettivamente, ancora mi manca. Per non parlare dei passi montuosi fra il Kosovo e il Montenegro, che già stasera, mettendo a confronto Google e carta Michelin, abbiam capito non saranno esattamente una passeggiata di salute.
Del resto la nostra cariola è decappottabile e io non ho mai avuto una spider. Una 500. Col cambio automatico, il bluetooth e il collegamento iPod. E il volante in pelle bianca. Proprio quella che ci voleva, sì. Certo. Per un migliaio di chilometri fra le strade cazzute dei Balcani (occidentali), con qualche passo a quasi quota duemila. Forse sterrato. Occhei.
Ah, Tirana, mi dite? Niente: prendete Chisinau, togliete i palazzi neo imperialisti del nuovo presidente e del governo indipendentista moldavo, aggiungete i palazzi fatiscenti e assurdamente (ri)colorati del buon vecchio Hoxha, date ovunque un pennellata grigia di Croda (citazione solo per gli anzyani come me), et voilà.
E sì: ricordatelo sempre che qui si parla italiano (e si mangia bene) (e si spende un tubo) (e i tassisti non vi fregano, nemmeno quelli dell'aeroporto) (e sono tutti molto amichevoli e gentili, alla faccia dei luoghi comuni).
E insomma, ci si arrangia come al solito.
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TAG: Albania, Tirana |
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