Per uno come me (e dagli...), che possiedo più o
meno un archivio di cinquantamila fotografie scattate in
vent'anni di viaggi, essere fermi al primo rullino - più
qualche scatto con la piccola digitale - dopo quasi una
settimana in viaggio è davvero insolito. Non ho ancora
ben capito se è Cipro a non ispirarmi o questo nuovo
modo di viaggiare che distoglie completamente la mia attenzione
dal guardarmi attorno a caccia di scatti.
Cyprus, day 6, sistemati fra la baia di Makronissos ed Agia
Napa. La prima nuvola l'abbiamo vista il quinto giorno.
Parlo di qualche nuvola, non di cielo nuvoloso. Peraltro,
anche quella qualche nuvola se n'è andata
quasi subito nel corso della mattinata. Il cielo qui è
perennemente sereno e la luce serale è tagliente
e violetta come quella del deserto. Del resto siamo proprio
di fronte a Beirut e a pochi passi dalla Siria e dall'Egitto.
Fa caldo, sì, ma non è fastidioso. L'isola
è costantemente ventilata e il clima è perfetto.
L'acqua è quasi immobile e limpida, e Leonardo si
diverte come un pazzo con il suo salvagente a forma di cane.
Con calma, ci guardiamo un po' in giro. Leonardo impone
i suoi ritmi e non è esattamente come essere in viaggio
da soli. Ci siamo però organizzati perfettamente.
Macchina a noleggio
pronta ad attenderci all'aeroporto, naturalmente dotata
di seggiolino d'ordinanza e aria condizionata. Un paio di
apartments con cucinino, living room e lettino prenotati
ai due estremi dell'isola, qui
(dove ci troviamo ora) e qui
(dove trascorreremo la seconda parte della nostra permanenza
a Cipro), in modo da poter essere autonomi con pappe e biberon
e da garantire al piccolo viaggiatore quello spazio d'azione
che in una stanza d'albergo è impossibile avere -
e infatti, i primi due giorni a Larnaca
non sono stati facilissimi.
Poi, una paletta, un paio di formine, il salvagente di cui
sopra, un quaderno e una scatola di matite colorate, e il
gioco è fatto. Beh, non è proprio così
semplice, ma insomma. Ci stiamo provando.
Grandi spiaggiate a far buche nella sabbia e ogni tanto
in giro, su e giù per Cipro. Ad esempio qualche giorno
fa, a Lefkara e al monastero di Stavrovrouni, un anello
di un centinaio di chilometri nei dintorni di Larnaca.
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Kato Lefkara
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Kato Lefkara
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Poi oggi, in giro per l'estremità
orientale dell'isola, fino a toccare la Linea di Attila,
ovvero la linea verde presidiata dall'ONU che divide la Repubblica
di Cipro dal settore settentrionale occupato dalla Turchia...
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Il mare a
Green Bay, a sud di Protaras
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La chiesa
ortodossa di Deryneia
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Chiesetta
ortodossa a Frenaros
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La Linea
di Attila a Deryneia... Di qua non si passa!
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Il tramonto
da Capo Greco verso Agia Napa
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Agia Napa tutto sommato non è peggio di quello che
potrebbe essere. Viene descritta come una specie di Rimini
infestata dal tramonto all'alba da inglesi ubriachi e discoteche,
ma in fondo è come mille altri posti analoghi ed è
graziata da un mare davvero bello. E poi basta spostarsi qualche
chilometro lungo la costa, verso Capo Greco e Protaras, per
trovare un mare spettacolare, acque verdi e blu, trasparenti,
calde e immobili, e molta meno gente.
Vagabondando nell'entroterra, il territorio ondulato, a tratti
desertico, è punteggiato di mulini. A noi sembra di
essere in un qualunque posto del Medio Oriente. Potrebbe essere
Tunisia, potrebbero essere gli Emirati, potrebbe essere Libano.
Rilassante.
Finché non arrivi alla Linea di Attila. Deryneia
è surreale: qui è stata fermata l'avanzata dell'esercito
turco di occupazione. Trincee, torri di avvistamento dell'ONU,
bunker, filo spinato. Ogni tanto qualche incidente e ci scappa
il morto.
L'isola è davvero divisa in due: per dire, mi
aspettavo una sorta di frontiera fittizia con passaggi controllati
da una parte all'altra. Invece un tubo: si passa solo ad un
check point a Nicosia, la capitale. E solo in una direzione:
dalla Repubblica di Cipro ai territori occupati, con un permesso
massimo di otto ore. Chi arriva qui dalla Turchia non ha alcuna
possibilità di visitare i territori non occupati. Nicosia
(Lefkosìa) è l'ultima capitale al mondo ancora
divisa.
Dal view point di Deryneia si può gettare uno
sguardo oltre la terra di nessuno: al di là del filo
spinato e delle trincee sventola la bandiera turca, ma non
è il caso di tirare fuori il teleobiettivo per una
foto ad effetto...
Leonardo dorme sul suo seggiolino ancorato al sedile posteriore,
i vetri oscurati con un asciugamano affinché non soffra
il caldo. E' ora di portarlo a fare il bagno con il suo salvagente-cane
detto Bubu. Oggi abbiamo imparato il Geco... "Eco!"
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