Son tempi strani, pa'. Mi capita ogni tanto di pensare a che ne diresti tu, cosa faresti, come la prenderesti.
Son venuto a trovarti poco quest'anno, quasi nulla, lo so. Ho idea di non essere passato più di due volte dallo scorso Natale, forse tre. Una prima di partire per le vacanze, quest'estate, dopo il lockdown di primavera, e una quando son tornato.
Volevo venire per il tuo compleanno, ma ho rimandato in continuazione, preso dal mio solito nulla. Son stato a Genova dai nonni, con la mamma e mi ero ripromesso di passare poi da te attorno a inizio novembre, e invece niente.
Poi ancora clausura, di nuovo.
Così non vengo a trovarti da tempo e non parlo più nemmeno con te, ché anche l'ultima volta son passato di fretta, giusto al volo per lasciarti la solita piantina.
Passano gli anni, passano le cose, passa sempre tutto, più o meno.
Chissà se poi ti è capitato di far quella cosa là che ti avevo chiesto. Direi di no.
Direi che era stupido chiedertelo e che in realtà non c'è nulla, in effetti, a parte nella mia testa.
Prometto di passare, appena ci liberano.
Comunque, se ti capita, tu diglielo accidenti. Per favore.
E ricordati di darmi un'occhiata ogni tanto, che ne ho sempre bisogno. |