Poi uno finisce anche per essere superstizioso. Ad esempio, domani
mattina dovevo partire per il Bernina. E' la terza volta in un mese
che ho lo zaino pronto per il Bernina ed anzi, a dirla tutta, non
l'ho mai disfatto sin dalla prima partenza a vuoto. E' lì
pronto, con appesi il casco, la macchina fotografica e la piccozza,
gli scarponi già in macchina, e per la terza volta, all'ultimo
momento, non partirò. Naturalmente le previsioni del meteo
sono da favola.
Negli ultimi due mesi, vuoi inizialmente per problemi meteorologici,
vuoi poi per qualche imprevisto dell'ultima ora capitato di volta
in volta ai miei soci di cordata, vuoi per qualche problema accaduto
a me praticamente al momento di salire in macchina, tutti i miei
programmi sono saltati a raffica. A parte la salita
della Weissmies, che comunque a sua volta era stata rimandata
un paio di volte nel giro di un mese, non sono più riuscito
a combinare un tubo. Da maggio, nell'ordine, niente Palù,
niente Dammastock, niente Bernina, niente traversata dei Lyskamm,
niente Zumstein e, soprattutto, niente Monte Bianco, inizialmente
programmato per il 5 luglio, ma poi inesorabilmente spostato di
settimana in settimana: se via via saltano tutte le uscite di preparazione,
salta inevitabilmente l'obiettivo finale.
Gira tutto stramaledettamente storto di questi tempi e le avverse
vicende che ormai si accaniscono sul mio summit quest, al
quale avevo dedicato tutti questi mesi di inutile preparazione,
sono solo la punta dell'iceberg. Posso anche disfare quel cavolo
di zaino nuovo, piantarla di andare a correre come un cretino alle
otto di sera con trenta gradi e smetterla di sognare, anche perché
a questo punto non è che abbia tutte queste giornate libere
per recuperare il tempo sprecato fin qui.
Non è proprio aria di sogni, zero. Avrei dovuto capirlo da
un pezzo. |