Tipo, partire dalla stazione di Rouen Rive Droite alle 16.09,
dopo aver lasciato l'auto a noleggio in evidente divieto di sosta
per le prossime ventiquattr'ore perché anche il parcheggio
a pagamento della stazione è al completo e non hai tempo da
perdere, prendere l'intercity per Paris St. Lazare, arrivare a Paris
St. Lazare puntuali come un orologio - pardon, treno - svizzero alle
17.44, scendere a Paris St. Lazare - che sono quindici anni almeno,
no, sedici, dall'ultima volta che sei stato a Parigi, e fra l'altro
anche allora eri venuto per lavoro, ma ti eri fermato qualche giornata
e invece oggi - hai solo trentanove minuti di tempo per: capire in
che punto di Parigi ti trovi, capire al volo come fare per raggiungere
la Gare de l'Est, escludendo i taxi che sei in piena ora di punta
e hai presente, no?, Parigi in ora di punta, così ti infili
diretto senza nemmeno pensare nella metro, ché tanto a Parigi
la metro porta comunque dappertutto, è un assioma, dodici secondi
per studiare al volo la prima mappa che ti trovi davanti, due secondi
per verificare che vous ete ici e che la Gare de l'Est est di là
(italiano, di là intendo), devi prendere la linea E
della RER, oui, segui i cartelli, ti infili nel tunnel della RER,
ti fermi davanti alla biglietteria, c'è solo una tipa e una
coda infinita - non vorrai bloccare tutta la coda dei pendolari parigini
incazzati, vero - così quand'è il tuo turno ti avvicini
allo sportello e, molto molto timidamente, chiedi excusez moi, parlez
vous anglais, e così hai praticamente esaurito tutto il tuo
peppiniano vocabolario di francese, ma quella naturalmente ti risponde
sorridendo non non, così, come nulla fosse, ti ricordi che
hai lavorato per sette mesi ad Arlon e, con estrema nonchalance (si
scrive così?), dici che je doit aller a la Gare de l'Est (il
francese non lo so, per cui è ovvio che a scriverlo invento,
no?, non state a fare i pignoli che è tardi) e lei ti risponde
che sei sulla via giusta e ti spara due biglietti da una corsa, perché
tanto che ci sei ne prendi uno anche per domani quando farai il tragitto
a ritroso verso Rouen e avrai ancora meno minuti a disposizione, e
così, trascinando il tuo trolley compagno di mille battaglie,
lo zainetto del pc, e contemporaneamente - contemporaneamente - rispondendo
a una telefonata di lavoro che ti arriva proprio in quel momento -
e naturalmente a Parigi il cellulare prende benissimo anche nei tunnel
della metro - scendi ancora pių sottoterra e, sebbene tu abbia
capito che da qui tutti i treni vadano verso la Gare de l'Est perché
sei al capolinea della linea E e quindi puoi prendere quello che vuoi,
ti chiedi se devi scendere verso la banchina di destra, vois 32 e
34, o quella di sinistra, vois 31 e 33, quando con la coda dell'occhio
intercetti un tabellone luminoso e, continuando a telefonare e trascinandoti
sempre dietro il trolley, il pc, ecc, ti sembra di capire che il prossimo
treno stia partendo dal vois 31, così te la giochi, ché
sei in pieno videogame e i minuti passano, prendi al volo il treno
al vois 31 schiacciandoti in mezzo alla folla di pendolari e mentre
sei al telefono riesci anche a chiedere al pendolare appiccicato al
tuo naso, che stai prendendo a colpi di trolley sui menischi, se s'il
vous plait, pour la Gare de l'Est on va bien, e lui ti sorride e ti
dice che oui, devi sortir alla prochaine, e così attraversi
mezza Parigi in un colpo con un'unica fermata e scendi a Magenta,
e sopra la tua zucca c'è la Gare du Nord, ma i cartelli ti
dicono che stai andando bene anche per la Gare de l'Est e quindi hai
già vinto un bonus e vai forte dài che ce la fai, e
fra parentesi per fortuna nel tunnel della metro fra una stazione
e l'altra il segnale del cellulare è caduto bontà sua,
e insomma schizzi fuori dalla metro e ti ritrovi in mezzo a Parigi,
che non è esattamente come essere in centro a Villasanta, e
vedi dall'altro della strada un cartello che indica Gare de l'Est,
e per fortuna almeno ha smesso di piovere, guardi l'orologio, attraversi
la strada, percorri a tempo maratona i trecento metri che ti separano
dall'ingresso della gare, punti il tabellone, tutto in orario, ancora
quindici minuti, abbastanza per a) comprare un panino al salame e
una bottiglia d'acqua, b) renderti conto che hai sì il biglietto
per il TGV per Lussemburgo ma non hai la prenotazione obbligatoria,
c) fiondarti alla biglietteria, tre minuti di coda, parlez vous anglais,
oui, ohcheculo, ma vai avanti in francese lo stesso perché
ormai sei completamente in palla e non vuoi compromettere la prestazione
da record, d) uscire sessanta secondi dopo con la tua prenotazione,
così ti imbarchi sul TGV per Lussemburgo pronto al binario
senza nemmeno aver bisogno di correre, osservi che sul TGV per Lussemburgo
per fortuna c'è la presa di corrente ad ogni posto e quindi
puoi attaccarti con il pc, perlomeno in prima classe, ti accorgi che
hai scordato a Rouen il caricabatteria del cellulare porcaccio giuda
e quindi fra un po' sei a secco, almeno fino a domani sera al tuo
rientro, e vabbè, parti in perfetto orario per Lussemburgo,
ti accorgi anche che il tuo abbonamento per dieci ore alla connessione
Internet con Orange France qui non serve a una cippa perché
prevede che ci sia un hotspot disponibile, e ovviamente sul treno
non c'è, e quindi ti fotti tu e quelle dodici e-mail che dovevi
inviare nel frattempo, anche perché se provi a inviarle con
la tua scheda dati Vodafone ti costa un mutuo, arrivi a Lussemburgo
spaccando il minuto alle 20.44, ti ricordi che l'ultima volta che
sei venuto a Lussemburgo in treno è stato nel 1993 ed anche
allora, guarda un po', c'eri venuto per lavoro, ma la volta prima
in treno a Lussemburgo è stato nel 1983, quando te ne andavi
a zonzo per l'Europa con lo zaino e il sacco a pelo e il tuo primo
Interrail e, oh, son passati ventisei anni, non so se mi spiego (minchia!)
e insomma sta di fatto che il treno per Arlon parte alle 21.24 e tu
non hai il biglietto, quindi nuova biglietteria, ormai tu e il francese
siete come tu e l'occitano, e quindi in pochi minuti esci dalla biglietteria
felice possessore di un biglietto andata e ritorno Lussemburgo - Arlon
- Lussemburgo, ché domani pomeriggio alé, videogame
a rovescio, e parti pacifico e puntuale per Arlon alle 21.24, spaccando
il secondo questa volta, ed alle 21.44 il treno, in questa fredda
serata di gennaio, a quasi due anni di distanza, ti risbarca nella
tua Arlon, dove a prenderti alla stazione c'è l'immancabile
Gianluca,
appena arrivato da Francoforte con una macchina a noleggio targata
quindi D, che siccome sei in Belgio e sei reduce da una giornata così
capisci che è proprio la ciliegina sulla torta, e Gianluca
e la macchina targata D ti accompagnano infine all'Arlux.
Buon compleanno C. E welcome back in Arlon, ché tanto lo so
che le vuoi bene.
P.S. All'Arlux hanno cambiato la moquette, da verde acido a marrone
cacca. Adesso è un Best Western...
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Paris, Gare de l'Est
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