L'avevamo programmata da settimane. Per me sarebbe stato
il ritorno su un quattromila dopo ben otto anni. Ero rientrato
apposta da Maranello a metà settimana per ripartire
oggi alla volta del Vallese. Ancora ieri pomeriggio non
volevo arrendermi all'idea. Avevo tirato fuori i ramponi,
speso un buon quarto d'ora a regolare le viti sugli scarponi
da ghiaccio, a stringere i bulloni della piccozza con il
manico corto, la mia preferita.
Ero andato a fare la spesa, la solita di sempre: molto da
bere, pane quadrato, buste di speck e salame. Non avevo
trovato le barrette di Ovomaltina, le mie preferite e avevo
dovuto ripiegare sui Kinder Cereali, maledicendo il supermercato,
ché non è mica la stessa cosa andar su con
i Kinder e noi collezionisti di aria sottile siamo tutti
un po' superstiziosi, abbiamo i nostri riti, la nostra maglietta
preferita, quel cordino ormai in pezzi al quale non rinunciamo
mai.
La notte al rifugio era prenotata, l'appuntamento con gli
altri fissato.
Il bollettino meteo svizzero non prometteva nulla di buono
già dal primo mattino. Avevo trascorso la giornata
a guardare la grandine disfare le fronde degli alberi qua
attorno, i ramponi - pronti - appoggiati in un angolo. All'orizzonte,
nero. Nero. Nero. Niente Grigna, men che meno il Monte Rosa.
Né certo la Weissmies, che da casa nostra si vede,
se sai dov'è.
Io lo so. A destra del Monte Rosa, oltre le cime del Mischabel.
Dal rifugio, mi sarebbe apparsa così:
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La Weissmies,
fotografata dall'Hohsaas
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Ieri sera decidiamo di rimandare la partenza di un giorno,
al sabato, e di aspettare quindi il bollettino di questa mattina.
Poi quello di questa sera. E infine mi telefona Enrico: annulliamo
tutto, le previsioni sono pessime fino a domenica. Le avevo
appena viste anche io. Nessuna speranza, weekend andato. In
più la beffa, poiché sembra che da lunedì
le condizioni tendano a deciso miglioramento.
Rimetto il libretto con la descrizione della via di salita
al suo posto in libreria. Ho come il sospetto che anche quest'anno
la mia stagione finisca qui, a guardar fuori dalla finestra
la pioggia che lava la strada. E mi assale una tristezza infinita. |