Il Pas de Chavanette, meglio noto come "Muro svizzero", è una discesa che puntavo da tempo. Si trova nel domaine skiable de Les portes du soleil, a cavallo fra Francia e Svizzera, comprensorio di Morzine-Avoriaz-Champery. Un paradiso infinito per lo sci di qualunque natura, che comprende dodici stazioni invernali collegate da oltre seicento chilometri di piste, servite da quasi trecento impianti. Qui si trovano alcune fra le piste nere più impegnative dell'arco alpino ed alcune stupende discese classificate "orange", itinerari non battuti, ripidissimi e per gambe belle solide. Fra questi, appunto, il Muro svizzero: una discreta picchiata di un chilometro per quattrocento metri di dislivello. Pare, secondo quanto si può leggere in giro, che i passaggi a 50º non siano così rari e che in certe condizioni le gobbe nella parte alta superino i due metri di altezza.
A dirvi la verità, probabilmente complici le condizioni di innevamento stratosferiche di questa stagione eccezionale, a me non è sembrato così impressionante, tutt'altro. Se siete del ramo, per intenderci, l'attacco della Forcella Pordoi o del Canalone di Madesimo, secondo me, sono più impegnativi, non fosse altro perché più stretti. Il Muro, invece, è di fatto una parete intera completamente aperta che può essere affrontata da diversi punti con percorsi di difficoltà piuttosto variabile. Per certi versi ricorda il buon vecchio Furggen a Cervinia, chiuso nel '93, anche se in effetti è molto più lungo, ripido e sostenuto.
Comunque non c'è che dire, una bella discesa, che merita anche da un punto di vista strettamente scenografico. L'unica vera difficoltà sta nel fatto che la parete del Muro è concava, per cui dall'alto non si riesce a capire dove accidenti sia meglio passare. Andrebbe in effetti studiata dal basso prima di salire, anche perché nella parte inferiore, volendo seguire la linea di massima pendenza, ci sono un paio di passaggi obbligati fra le roccette che in discesa non si vedono e dai quali è bene non farsi cogliere di sorpresa.
Insomma, molto divertente, ma un posto dove è meglio non volare.
A parte ciò, negli oltre cinquanta chilometri concatenati ieri fra le piste del domaine, ho infilato un altro paio di discese che, pur più brevi del Pas de Chavanette, quanto a pendenza avevano decisamente di più da dire.
Meteo: martedì discreto, mercoledì sole e velato a tratti sul lato svizzero, nuvoloso sul lato francese; oggi nevica che dio la manda e non si vede un tubo: in qualche ora ne ha lasciati già giù una ventina di centimetri solo in paese, chissà in alto. Le previsioni per domani non lasciano sperare nulla di buono, ma ormai il Muro è fatto. Quindi, ben vengano cioccolata calda e pila di libri arretrati.
Albergo qui, merita in assoluto. Delle località nel comprensorio Champery è sicuramente la più carina e caratteristica; Les Crosets è un buco, Avoriaz fa schifo, Morzine non è ben collegata al domaine. Anche il panorama è decisamente migliore sul versante svizzero rispetto a quello francese. Nel caso, dunque, non abbiate dubbi.
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