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La cosa sconvolgente è che in queste ore nessuno – ne sono certo – nella dirigenza PD ha idea del disastro comunicativo rappresentato di quella foto. Sono tutti presi da questioni politiche molto serie e complesse sia nella lettura che nella gestione, di cui non voglio né so parlare. Il punto che mi interessa è che non si stanno preoccupando di cosa significhi un’immagine come questa in termini di consenso. Quindi, essendo il 2013, è giusto che questi alfieri di strategie, equilibri, ragion di stato e sconfitte se ne vadano. E se arrivo a dirlo io, che di solito mangio i sandwich alla merda con serenità in nome della profondità macchinosa della politica, e addirittura apprezzo con sincera partecipazione la consistenza dei triangolini di pane, significa che è proprio finita.]
[Matteo Bordone, via Freddie Nietzsche]
Nota a margine: sono settimane che, per scelta, non scrivo di politica qua dentro. Ciò non toglie che ne discuta e mi accapigli e mi ci faccia il fegato altrove, parecchio e con una certa continuità e fervore. Poi, ieri sera tardi, ho davvero sbottato.
Definitivamente, per quanto mi riguarda.
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TAG: elezioni, pd, presidente della repubblica, bersani, marini |
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Facciamo ordine, prima di essere superati a destra dagli eventi.
Io - non ho timore a dirlo, scriverlo e ribadirlo - a questo giro ho più o meno sempre avuto le idee parecchio chiare, come forse mai da quando ho diritto di voto, il che significa ormai una trentina d'anni. Mica pochi in termini di consultazioni elettorali, considerata la frequenza delle chiamate alle urne nel Belpaese.
Questi giorni ho letto di tutto e il contrario di tutto. Ho scritto e sono intervenuto spesso altrove sui social network, e nemmeno quanto avrei voluto, aggiungendo il mio inutile contributo al rumore di fondo e all'entropia generale. Mi sono incazzato, tanto, soprattutto con chi, dopo, ha iniziato a sparare contro quello stesso rumore di fondo, bollandolo come discorsi alla "siamo tutti allenatori" e chiamandosene fuori, come se il chiamarsene fuori non sia una scelta politica precisa e non nasconda spesso, in realtà, l'incapacità di affrontare una vera discussione in merito, argomentare le proprie opinioni, sostenere un confronto con idee opposte.
Adesso siete tutti fini politologi è diventato il nuovo tutti esperti di nucleare, senonché un conto è aver studiato fisica all'università, un conto avere le idee un po' chiare sui programmi delle forze politiche in campo e formarsi di conseguenza un'opinione netta sulla propria concezione di buon governo e priorità per il Paese, che dovrebbe richiamarsi in ultima analisi solo a una buona educazione e coscienza civica.
E invece.
Invece, a seconda del punto di osservazione, pare che all'occorrenza siamo diventati tutti stronzi, o tutti concussi col sistema, o in alternativa tutti fanatici, fascisti, o fini politologi di una beata cippa, solo perché da tre giorni, all'improvviso, ci sentiamo in dovere di dire (anche) la nostra, di metterla sul tavolo, anche se magari l'abbiamo tenuta in un cassetto per mesi per poi giocarcela in segreto nella cabina elettorale.
Io, poi, la mia dichiarazione di voto l'ho fatta apertamente una settimana prima delle elezioni, capirài...
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TAG: elezioni, grillo, bersani, governo, berlusconi, governo, pd |
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In aggiunta alle mille altre motivazioni che da tempo accumulo e che ormai incidono in modo determinante sulla salute del mio fegato, il fatto di vivere in un Paese che davvero si interroga sull'opportunità di spostare un festival di canzonette in vista delle elezioni e nel quale pare sia necessario sospendere l'account @Dio su Twitter (che peraltro seguivo fin dall'inizio e che era particolarmente divertente e leggero) probabilmente per non offendere la suscettibilità di @Pontifex mi fa rimpiangere ogni giorno di più di non essermene potuto andare definitivamente altrove quando ne ho davvero avuto l'opportunità.
Oggi, poi, mi sembrerebbe un'ottima occasione anche lo Zimbabwe.
Peraltro, vale sempre il principio applicabile alla questione Berlusconi: non è un problema di per sé. Il problema esiste perché esiste una corrente popolare tutt'altro che ininfluente e sufficiente a farlo diventare un problema.
Guardare a Berlusconi (e al festival di Sanremo vs. elezioni, e alla questione account di @Dio, eccetera) è ostinarsi a guardare il dito.
[Edit: l'account @Dio a quanto pare è tornato on line, falso allarme dunque]
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TAG: festival di sanremo, elezioni |
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Alle primarie (del centrosinistra) questa volta non andrò a votare. Tant'è, il cambiare le regole in corsa - complicandole, se possibile - non mi è piaciuto, indipendentemente da chi favoriscano le nuove, argomento di discussione a sua volta.
A parte ciò, non mi piace Renzi e non ho voglia di spendere un post per spiegare il perché: facciamo che non mi piace e basta; e Bersani, che in passato ho apprezzato e del quale ho stima (ma non dimentico il dietrofront davanti alla lobby dei tassisti), ha già perso. Perso nei confronti di questo Paese, intendo: perso insieme a tutti quelli che ci hanno già provato, a prescindere dallo schieramento di appartenenza.
Detto ciò, vi segnalo due interventi parecchio interessanti, uno del Post a sostegno di Renzi e uno di Leonardo in favore di Bersani. Siccome (è noto che) amo Leonardo e ho grande considerazione della banda del Post, consiglio la lettura di entrambi.
Detto delle primarie, questo blog è sempre stato schierato abbastanza apertamente e personalmente non ho mai mancato un appuntamento al voto. A 'sto giro, francamente, per il momento vince parecchio la voglia di emigrare.
A marzo (?) si vedrà, magari ne riparleremo. |
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TAG: primarie, elezioni, bersani, renzi |
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La necessità di un governo tecnico è la conseguenza, a tutti gli effetti, del fallimento di un'intera classe politica. Tutta, senza eccezioni.
Ora, mettiamo che - dico solo mettiamo che - il governo tecnico funzioni e che dopo qualche mese la situazione del Paese mostri un qualunque miglioramento sotto il profilo economico, sociale ed internazionale.
A questo punto, per quale mai ragione si dovrebbe andare alle elezioni prima del tempo, con il solo scopo di "restituire alla politica il suo ruolo", soprattutto quando la destinataria di quella restituzione sarebbe comunque la medesima classe politica che ha fallito in precedenza e che ha determinato la necessità del governo tecnico?
Perché comunque, al di là dei rimpasti, non v'è dubbio alcuno che sarebbe la stessa. Dunque? |
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TAG: governo tecnico, elezioni, politica |
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Io purtroppo non voto (più) a Milano, né a Napoli. E non entro dunque nel merito specifico. Però, ecco, a valle del surreale spettacolo al quale sto assistendo - come tutti voi - questi giorni, una piccola considerazione la faccio comunque.
Se i due ballottaggi di cui sopra dovessero prendere la piega che, secondo me, c'è ancora tranquillamente tutto lo spazio che possano prendere, e dunque se per recuperare terreno da quella che è stata una legnata sonora e inequivocabile è sufficiente mettersi dall'oggi al domani a promettere di condonare abusi edilizi, sanare multe, concedere privilegi e deroghe all'ecopass e sui parcheggi a pagamento, minacciare l'avvento di terrosismo, invasioni di zingari, eccetera, e, soprattutto, comparire quasi in contemporanea su cinque telegiornali nazionali, roba tipo Kim Jong-il per capirci, ebbene, se tutto questo dovesse valere e prevalere significherà al solito una cosa sola: che loro hanno perfettamente ragione e che voi ve lo meritate. Di vivere in un tale paese. |
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TAG: elezioni, ballottaggi, milano, |
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